New York
Chicago
Detroit
Den Haag
Album Reviews /

Aquarian Foundation Mind Miniatures

  • Label / Going Good
  • Catalog / GOOD-06LP
  • Format / Vinyl, Cassette
  • Released / 02/2015
  • Style / ,
  • Rating /
    8/101
Aquarian Foundation ‎– Mind Miniatures

Il lato interessante del produrre delle Cassette in questi anni è quello di poter interpretare il formato come un lasso di tempo mediamente lungo nel quale incidere musica con un certo grado di libertà, poterlo fare a basso costo, farlo senza la pressione che potrebbe scaturire, per contro, se il tutto fosse stato immaginato per una release, ad esempio, su vinile.
L’altro aspetto interessante è che questo formato ha un profilo ancora più basso rispetto a quello occupato dalle produzioni in plastica nera, per ovvi motivi legati alla tecnologia di riproduzione ormai ad appannaggio di cultori, non è quindi un caso che molti album anche legati a generi come la techno o l’house (storicamente concepiti per la stampa su vinile), siano invece stati rilasciati di recente su cassetta, e, nella maggiorparte dei casi, questi siano di gran lunga più visionari e creativi di quanto gira invece su binari più “classici”. Testimone il fatto che molto spesso questo formato è considerato una sorta di banco di prova per approdare poi al più impegnativo vinile.

Aquarian FoundationEd è proprio il caso di questo Mind Miniatures firmato dai canadesi Aquarian Foundation e pubblicato dalla Going Good prima in cassetta ed ora su vinile, appunto.
Alias che potrebbe derivare dall’omonimo movimento religioso nato a Seattle nel 1955 e che rifà i propri principi in una ricerca del silenzio e del contatto con la natura che potrebbe sposarsi con la musica proposta in questo progetto. Solo supposizioni.
Nei due brani, che superano i venti minuti di lunghezza, assistiamo ad uno studio sul tempo molto importante nel quale è stato concesso spazio alla sperimentazione ed alla narrazione di una storia che attraversa tranquillamente più scenari. Ed è proprio quello che hanno pensato i tre producers di Vancounver, che hanno quindi immaginato questi lunghi segmenti come contenitori di idee nei quali riversare una capacità già dimostrata singolarmente di sapersi districare in ambienti house e techno, ma soprattutto di concepire dei brani che potessero esser aperti a contaminazioni come in questo caso bagnate da derive new age e dalla musica cosmica tedesca.

Il lato A viene fuori pian piano, tra surreali atmosfere new age dove possiamo sentire delle voci, il verso dei gabbiani, le onde del mare ed un ticchettio sfumato in sottofondo. Segue poi una sequenza percussiva, elementi etnici tenuti insieme in un codice astratto che nella sua impalpabilità riesce a dar forza al pensiero. Bassline e drum machine entrano in gioco dopo circa otto minuti facendo sfumar via quel paradiso terrestre per traslare l’estetica in un vortice house riempito da mille colori. Tastiere, percussioni vive ed altri piccoli accorgimenti sonori che tengono accesa la fiamma del ritmo per una generosa manciata di minuti, fino a rientrare, poi, per lasciar spazio di nuovo alla penombra, via la cassa, rimangono i tamburi e altre percussioni shakerate, siamo vicini ad un suono che ricorda l’immaginario delle isole Hawaii con la loro colorata malinconia.

Il lato B segue una stesura più o meno simile, ma qui è l’impianto sonoro a puntare altrove, c’è un tema di fondo che è quello di una missione spaziale, gli arpeggi ed i vocals sembrano infatti la perfetta colonna sonora per uno sci-fi movie, scenario tecnologico che viene invece sommerso da una zona centrale nella quale veniamo immessi in un corridoio tribale ultra tecnologico nel quale le sofisticate percussioni entrano in vivo contatto con suoni aciduli e pungenti. Tutto rientra, per il finale ambient tra tappeti di nebbie e questi tamburi irregolari che sembrano diventar parte di questo segmento conclusivo.

Un disco che riesce a far convivere scenari e stati d’animo apparentemente distanti ma che nell’equilibrio di tutti gli elementi trova un significato profondo. Un ascolto che potrà diventare un’abitudine.