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Album Reviews /

Christina Vantzou N°3

  • Label / Kranky
  • Catalog / krank199
  • Format / Vinyl, CD
  • Released / 10/2015
  • Style / , ,
  • Rating /
    8/101
N°3

N°3 di Christina Vanztou è il risultato di un esperimento durato circa due anni, le cui radici sono rintracciabili nell’ approccio arte visiva/ musica. Non occorre ripercorrere tutto il cammino della storia dell’arte per accedere a questo tipo di ascolto e tipo di sguardo; basta ricordare che i greci correggevano già le deformazioni visive sulla base di cognizioni approfondite è che il colore oggi viene utilizzato sulla base di una conoscenza di leggi ottiche.

Christina VantzouUn cortometraggio accompagna l’ascoltatore in alcuni momenti della fruizione dell’opera. Il sound design di questo progetto elaborato da Christina presenta nella sua scelta un’orchestra di arrangiamenti tra contrabbasso, arpa, corno, oboe, percussioni, violino aventi come direttore d’orchestra David Anne ed una performance avente come soggetti dei sintetizzatori diretto da John Also Bennett. I caratteri principali di queste riprese oltre ad un costante sincronismo con il presente, tipico degli esseri non-cronologici, sono di natura antropologica; il ritorno dell’uomo a confrontarsi con se stesso e con la natura in tutta la sua grandezza. In contrapposizione all’attuale regno delle merci di consumo, dei concetti, dei segni e delle forme deprivati di senso e diventati puro ornamento, emerge il tentativo di incorniciare una spiritualità primordiale e quindi un ritorno al confronto con gli elementi che il tutto costituiscono.

Il filo narrante si districa tra quattordici brani con ricorrente fusione tra strumenti classici e campionature, sovrapponendosi ad una struttura sperimentale che a differenza dei precedenti lavori “N°1” e “N°2” (2011/2014) risulta rafforzata da ritmo ed armonia. La label americana Kranky con sede a Chicago presenta un formato in doppio vinile e Cd. Kranky, non solo ha accompagnato le produzioni dell’artista degli album sopra citati, ma è stata la culla nel 2004 di un’altra collaborazione, “The Dead Texan”.
Un esplicito riferimento ad uno studio, questa volta, dettato da leggi matematiche più evidenti ed al progetto “The Dead Texan”; una release audio visiva, cui Christina ha preso parte occupandosi del sound design in collaborazione con Adam Wiltzie. The Dead Texan è una performance composta da quattro canali video accompagnati da un live di mini-sinfonie, melodie di pianoforte accostati a droni.

Valley Drone” fa da introduzione con una tonalità della composizione determinata da droni continui che si incontrano delicatamente a cori di voce, apparentemente lontani. Riferimenti ad importanti pionieri come “Laurie Spiegel”, avvengono nell’omonimo brano; il preludio di un’esperienza che inizia nella consapevolezza di andare in luoghi solitari e naturali ed il ritrovarsi ad osservare/ sentire tutti i sensi che dialogano. Le melodie malinconiche del pianoforte in “Pillar 3” introducono all’affascinante sinfonia di “Robert Earl”.  Le corde pizzicate in “The library”, dal carattere macchinoso e propenso alla ricerca, rilasciano all’ascoltatore che si addentra in quest’esperienza, un’ala di curiosità.

“που εìμαστε? που πάμε? Φεγγαράκι μου λαμπρό φέγγε μου να περπατώ”.
La voce che possiamo sentire durante il cortometraggio appare in lingua greca ed è la voce interiore che pone dei quesiti rispetto a chi siamo a dove siamo diretti ed alla lucentezza della luna che accompagna il nostro cammino. L’utilizzo dei sintetizzatori in “Moon Drone” tende anch’esso a questo tipo di percezione. L’esecuzione cauta e premurosa nei confronti dell’espressione, permette di ricreare ambientazioni caratterizzate da comfort diretto con la natura che viene a mancare quando le mura creano un involucro intorno a noi e gli orizzonti sono sempre più coperti da alte strutture o da un flusso di pensieri persistente che ne offusca la visione. “The Future” è l’ultimo brano; una citazione ed al contempo un concetto su cui porre riflessione. La potenza della visione in prospettiva che è la rappresentazione simbolica dello spazio, basata sui diversi modi di vedere le cose.