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Album Reviews /

The Ace Of Clubs Benefist

  • Label / Firstcask Records
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 2007
  • Style / , ,
  • Rating /
    9/101
Benefist

The Ace Of Clubs è un progetto che apparentemente consideravamo in cantina per Mr.Vibert, ma nulla può considerarsi chiuso definitivamente per un uomo con il magma in frequente ebollizione. Era rimasto tutto incagliato in una scheggia sonora datata 2000, l’ illuminante 12” dal titolo “Classid Trax” che lasciò presagire grandi speranze ai cultori del suono acid. Puoi il buio, 7 lunghi anni di silenzio, fino all’inizio di questo prorompente 2007, quando dalle stamperie della Firstcask Records (giovane e promettente label belga) esce questo lavoro marchiato a fuoco da Vibert.

Benefist riprende il discorso nel punto esatto in cui era terminato e mostra il suono del nostro ancora carico di tutta la follia adolescenziale necessaria, unita ovviamente ad una pressoché perfetta padronanza della materia in questione.
Apre le danze l’accogliente “Cordial”, che offre un fraseggio tra electro e funk imbevuto in LSD.

”Electrip” frammenta i suoni in un intricato e dubbioso giro di bassline, ricordandoci che anche nelle composizioni più ardite è possibile inserire giochi melodiosi dal fascino inscalfibile. D’altronde possiamo considerare un’artista completamente padrone e maturo soltanto quando i vari equilibri tra melodia e ritmo non appesantiscono o banalizzano l’evoluzione di una traccia.

”Heathrow Hardcore Terminal” ci mostra un Vibert ancora capace di tenere il muso, presentando un muro di grancassa continuamente attaccato da maligni synth inferociti. Ma siamo ancora all’inizio, perché la successiva “Classid” furoreggia di impeto house e martellanti rimandi al Phuture che più o meno tutti abbiamo amato.
Segue una dolce trafila di ritmi più pacati, dove ad affiorare è finalmente il lato melodico più intimista (ascoltate la stupenda Whirr Jill, in bilico tra i lavori di AFX e le sognanti partiture melodiche di un’etichetta come la Skam).

Quando in “Patriotic Acid” entra in gioco la voce in un affiorare di ricordi “Fingersiani” seguiti da un giro di piano dannatamente house griderete quasi al miracolo. Ed è ancora, magicamente, house in uno dei suoi brani migliori di sempre, “Fruitacid”, tre minuti e mezzo per un brano rifinito nei minimi dettagli.
In definitiva, 13 tracce magicamente assemblate, che aprono l’anno “Vibertiano” nel migliore dei modi possibili!

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