New York
Chicago
Detroit
Den Haag
Album Reviews /

Luke Vibert Chicago, Detroit, Redruth

  • Label / Planet Mu
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 2007
  • Style / , ,
  • Rating /
    8/101
Luke Vibert

Sicuramente non si può rimproverare Luke Vibert di essere poco prolifico, infatti dopo Lover’s Acid e Moog Acid questo è già il terzo disco pubblicato quest’anno con il suo nome di battesimo; se poi andiamo a considerare tutte le collaborazioni e i vari alias, è molto probabile che perdiamo il conto.

Chicago, Detroit, Redruth (tranquilli, non vi siete persi un pezzo di storia della musica elettronica, Redruth è la città di nascita di Vibert) è un disco un po’ particolare, direi un campionario di tutte le diverse sfaccettature della personalità musicale di Luke Vibert, anche se l’amore per il suono acido delle Roland 303 e 808 non manca in quasi nessuna delle tracce qui presenti. Il viaggio parte con ComfyCozy, un divertente liquid funk con ritmica drum’n’bass, arricchito da breaks e effetti vocali assortiti; si prosegue con Brain Rave, puro breakbeat acido in stile Wagon Christ, che pur senza offrire nulla di nuovo è tra i pezzi più azzeccati del disco. Anche Radio Savalas, che al primo ascolto non mi aveva convinto, sta salendo rapidamente la classifica dei momenti migliori: ritmica secca, linea di basso essenziale e organo in sottofondo la collocano dalle parti di certi magazzini dismessi dei primi anni ’90.

Purtroppo tutto il disco non è agli stessi livelli eccellenti delle citate tracce, come succede ad esempio in Breakbeat Metal Music, costituita, come giustamente dice il titolo, da un ritmo breakbeat arrangiato attorno ad una metallica voce robotica che dopo i primi giri stanca piuttosto in fretta, come anche i momenti downtempo di God, Clikilik e Comphex.

Fortunatamente l’acido torna di nuovo a farla da padrone in Argument Fly e Rapperdacid, declinato rispettivamente in un anthem da rave e in un grasso groove hip hop.

All’appello delle varie incarnazioni di Vibert non manca neanche quella più disco e funky di Kerrier District, che si manifesta nelle note della title track Chicag, Detroit, Redruth.

Forse il pregio e il difetto di questo disco è proprio quello di essere una giustapposizione a mo’ di collage di tutto il cammino musicale di Luke Vibert, dal breakbeat alla disco, passando per la drum’n’bass e la techno; cosicché il fan di uno stile si troverà annoiato dai dischi lontani dal proprio gusto personale; se invece ci mettiamo nei panni di un profano, allora Chicago, Detroit, Redruth, può degnamente tentare di riassumere la musica di Vibert.

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