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Album Reviews /

Rebotini Music Components

  • Label / Citizen Records
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / nov 2008
  • Style / ,
  • Rating /
    10/101
Rebotini

Arnaud Rebotini torna a giocare da solo. Liberatosi, non sappiamo se definitivamente, dal progetto Black Strobe che lo vedeva in compagnia di Ivan Smagghe, l’artista torna in studio e mette insieme un esercito di macchine analogiche, una sfilata di Roland (dalla TR 909 alla Juno 60), Korg MonoPoly, Arp Odissey, Pro-one ed SP 1200.

Il suono che ne fuoriesce è un eccitante miscela di techno ed electro ad alta gradazione emotiva, nonché vicina all’essere definita sfrontata ed assolutamente eccentrica. In altri tempi avremmo messo una mano sul fuoco sul fatto che questo disco fosse stato pubblicato dalla Gigolò records dello scintillante Dj Hell.

Music Components infatti contiene in sé tutta l’estetica electro fatta di smalti, rossetti ed effluvi profumati. I suoni sono generosi e rigogliosi, le tessiture intricate ma allo stesso tempo perfettamente combinate tra loro.  “The Swamp Waltz” è forse una traccia simbolo in questo senso, perché si concede sia ad estremismi al limite del clash che ad un addensarsi ritmico/melodico tipico dell’electro più colta.

Ma se l’electro è un fondamentale elemento che dona al disco lustro e scintilii vari, possiamo dire che è il lato techno quello che fa pulsare la vera anima dell’intero lavoro. Ciò che ritengo maggiormente riuscito in questo disco è infatti il bilanciamento praticamente perfetto delle pulsazioni techno ferree e sofferenti alle atmosfere goliardiche e lussuriose della patina electro.

Provate ad accostare infatti due tracce come “Decade of Agression” ed “Horns of Innocence” e noterete come la sanguinaria ferocia della prima traccia si scontrerà fino a trovare l’unione con la musicalità fascinosa della seconda.

Arnaud Rebotini è riuscito in quel vecchio gioco nel quale l’electro stà insieme alla techno e viceversa, badando allo stesso tempo alla sostanza ed alla superficialità, ricordandoci che a volte il superfluo può essere essenziale.

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