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Album Reviews /

Christian Prommer Drumlesson Zwei

  • Label / !K7
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Apr 2010
  • Style / ,
  • Rating /
    9/101
Christian Prommer

Dove la reinterpretazione è valore aggiunto autentico e sincero, e la visione di qualcosa che è già status assume una forma nuova e coinvolgente, troviamo le Drumlesson di Christian Prommer.
Artista membro di collettivi come Fauna Flash, Trubi Trio e Voom:Voom con una vocazione assoluta per il ritmo e per l’eleganza in generale, Prommer prosegue il suo percorso di riscrittura che segue a distanza di tre anni l’illuminante esordio su Sonar Kollektiv che prendeva appunto il titolo di Drum Lesson Vol. 1.

In questo nuovo capitolo sono prese in esame gemme più o meno conosciute che hanno segnato la storia house e techno mondiale.
L’idea di Prommer è quella di proporre in una veste orchestrale dal front-end live delle riletture accentuate in chiave ritmica, ed il risultato è in tutti i casi sorprendente e godibile.
E’ così che “Sandstorms”, scritta da un Carl Craig in stato di grazia, diventa un perfetto tunnel caraibico fatto di legni, vibranti corde e dinamiche progressive tutt’altro che invasive, oppure un classicissimo come “Groove La Chord” di Aril Brikha fattura  si trasforma in un occasione per far volare le percussioni in un orgia free degna dei grandi nomi del jazz.

Prommer disegna sculture lunari modellate sulla sabbia, erose e continuamente mutate dal vento, autentici landscapes che sfruttano uno strato di musica su una base esistente, chitarre lasciate ondeggiare e riletture percussive di gran pregio che ridisegnano un capolavoro su un brano di per sé poco convincente come “Sleepy Hollow” di Stefan Goldman.

C’è spazio anche per una caramella mutante come Acid Eiffel di Laurent Garnier, qui struggente spaccato di un esistenzialismo puro e commovente, ed in chiusura un lampo di inarrivabile eleganza con la rilettura di “Sandcastles” di Sydenham e Ferrer.

Mi trovo un po’ spiazzato dall’evitabile riesumazione della Rolandiana Jaguar, che non cede molto sul piano melodico e non aggiunge nulla in questo discorso filologico che può dirsi comunque eccellente!

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