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Apparat Dj Kicks

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Che la produzione sia diventata più immediata e scontata della selezione musicale rappresenta una delle più grandi contraddizioni della nostra era. Già…la selezione, il disc joking, il mixing. Arti e mestieri che solo pochissimi eletti combattenti sono riusciti a mantenere ed a difendere senza prostituirsi alla fede del “faccio uscire per forza le mie tracce del mio album inedito ed esclusivo per farlo inneggiare dalla critica”.
Ed è qui, in questo contesto, che la storia della prestigiosa !K7 e della sua compilation Dj Kicks va ad inserirsi. Ben trentaquattro, tante sono le release a partire dal 1995 (la prima fu di CJ Bolland). E mai scelta fu così tanto azzeccata come quella di affidarne una anche all’intelligente raffinatezza di Sascha Ring aka Apparat, una delle menti più estrose ed innovative comparse nell’ultimo decennio.

Electronic listening, synth pop di classe e pregiate iniezioni di dupstep e breakbeat si fondono creando un insieme di evoluzioni pindariche difficilmente ancorabili ad una definizione stilistica ma che disegnano l’itinerario di un emozionale viaggio tra i più ancestrali pianeti della musica elettronica.

Un’apertura soave con “Circles” dello stesso Apparat su cui s’innesta “Rushed” un grandissimo pezzo techno del 1993 di Carl Craig sotto moniker 69, per sfumare poi nell’elettronica emozionale dei Telefon Tel Aviv. Impossibile non citare poi la leggiadra melodia del remix dei Four Tet di “I  Need a Life” dei Born Ruffians, la sinuosa voce di Tom Yorke in “Harrowdown Hill”, l’enfasi evocativa di “Sayulita”, bellissima ed inedita composizione ancora dello stesso Apparat.

Ha quasi dell’incredibile realizzare durante il susseguirsi delle tracce (24), a volte lasciate per poco più di un minuto, che esiste una nota, una frequenza, un loop melodico che accomuna ogni singolo pezzo, e che Apparat ha magistralmente scovato ed isolato nel mix come per crearne il leitmotiv, il file rouge dell’intera selezione, con l’intento di esporre il suo concetto più profondo e personale in tema di musica.

Ma non sarebbe poi così eccitante continuare ad illustrarvi tutta la mappa cosmica, tutte le stazioni spaziali scelte da Sasha Ring per raggiungere l’ennesimo sistema solare.

Lascio a voi l’esortazione a compiere questa straziante missione.

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