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Album Reviews /

Isolee Well Spent Youth

  • Label / Pampa Records
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Febbraio 2011
  • Style / ,
  • Rating /
    8/101
Isolèe - Well Spent Youth

I fortunati presenti in quella piovosa serata sul terrazzo del Palazzo dei Congressi di Roma nella primavera del 2007 conserveranno un ricordo difficilmente rimovibile della musica di Rajko Müller. Protetto dalla pioggia grazie alla tenacia di un improvvisato telo trasparente ipnotizzò i pochi presenti creando una bolla funk della quale conserviamo tutt’ora le cicatrici. Era un momento di grazia assoluta per l’artista tedesco, sulla scia del capolavoro We Are Monster e della splendida raccolta Western Store, chiamato a suonare praticamente ovunque, riuscì ad elevare la sua musica ponendola in un gradino rialzato rispetto al marciume che già si andava delineando.
Il suo estro sono sempre state le dinamiche, ok anche la tecnica, ma di funamboli troppo impegnati a mostrare tecnicismi da auto masturbazione ne abbiamo avuti fin troppi, mentre nella musica di Isolèe la componente funk è sempre stata un elemento indispensabile, caratteristica che gli ha permesso di creare brani sempre caldi e coinvolgenti in un contesto creativo che talvolta ci ha lasciati imbarazzati. In ogni piega un lucente dettaglio, non una battuta scontata, melodie affinate e corpi plastici in costante movimento.

Seguì il buio, Rajko costretto ad abbandonare temporaneamente le scene a causa di un infortunio alla gamba che l’ha messo in fuorigioco per svariato tempo, ora il ritorno.

La prima cosa che notiamo è senza dubbio il cambio di label, dalla storica Playhouse alla nuovissima Pampa, etichetta fondata da Dj Koze nel 2009 che si sta comportando egregiamente cercando di mantenere viva un’estetica minimalista incentrata comunque sulla creatività, radunando intorno a sé artisti del calibro di Nathan Fake, Robag Wruhme, Isolèe appunto ed altre nuove leve.
Altrettanto chiaramente possiamo affermare che questo Well Spent Youth non è un nuovo capolavoro, ma in quanto a classe, Rajko ne ha sempre da vendere.

Indubbiamente il tempo passato lontano dalle scene non ha favorito una costruzione di getto, quel che salta subito è infatti una certa forzatura stilistica non propriamente lineare che ha privato alcuni brani della solita forza della quale è capace, in particolare in 2 tracce: “Journey’s end” e “Going Nowhere” è palpabile una fase di “stanca”,  dove il frizzante, solito, sprint è totalmente assente.

Poi ci sono numeri che mettono in pari le carenze, e ci mostrano di nuovo quel lato sperimentale al quale eravamo abituati e che ci ha permesso di poter “etichettare” questo suono come suo, una sorta di segno distintivo.
Per esempio il brano d’apertura “Paloma Triste”  è un grandioso tuffo nelle melodie malinconiche che sono state tratto caratterizzante, memori di un piano suonato col cuore e di quei favolosi giri di basso tanto intensi da strappar via il rosso organo per farlo volare verso vette irraggiungibili. Basso che splende per forza in un brano coraggioso come “Hold On”, questa volta oscuro e ribollente.

“Transmission” se vogliamo riesce ad essere ancora più illuminante, un brano fatto di forme che slittano su un unico corpo nebbioso regalandoci un intenso tunnel sperimentale che solo nel finale entra in binari 4/4 ubicabili nel cuore della notte. “Taktell” ed “In Our Country” ci mettono il sorriso, se non altro perché ci fanno riassaporare quell’estetica che trovò un po’ tutti d’accordo nel termine tech house, fatta di patinate movenze deep e di una scrittura articolatissima che pochi altri ci hanno saputo mostrare.

La buona notizia, oltre tutto, è che Isolèe non ha abbandonato il suo modo di fare, sta anzi cercando di far evolvere un linguaggio che ora, più che mai, sembra appartenergli, osando (pagandone gli sbagli) ma mantenendo vive delle sonorità che non possiamo non definire BELLE.
Se questo è un ritorno, è lecito aspettarsi nuovi capolavori.

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