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Album Reviews /

Poppy Ackroyd Escapement

  • Label / Denovali Records
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 12/2012
  • Style / ,
  • Rating /
    7/101
Poppy Ackroyd - Escapement

Poppy Ackroyd è una musicista londinese che milita nella magica Hidden Orchestra, un gruppo che negli ultimi anni ci ha riservato musica di gran qualità. Questo è il suo primo album solista, e vene pubblicato dalla sempre più attiva Denovali Records. Una label ormai importante, è impossibile transitare nell’elettronica o nella musica più ricercata senza incrociare questo nome. Il loro segreto sembra essere quello di spaziare tra i generi mantenendo un gusto sempre lodevole ed un livello qualitativo altissimo.

Escapement, questo il nome dell’album della giovane artista è frutto di un lavoro certosino nell’arrangiare il suono di due soli strumenti. Il pianoforte ed il violino. Strumenti che hanno accompagnato gli studi e la carriera artistica della Acroyd, la quale pensa bene di sfruttarli nella loro interezza sia suonandoli in maniera per così dire “classica”, sia manipolando gli strumenti stessi ed utilizzandoli come fonte percussiva.

Tutti i livelli creati utilizzando le varie tecniche sono poi stati uniti in un complicato lavoro di post-produzione con un risultato sorprendentemente godibile ed intenso.

A venirne fuori è un suono fresco e coinvolgente che unisce tutta la potenza espressiva della musica classica contemporanea alle linee delicate offerte da alcuni field recordings aggiunti in fase di montaggio. Più che altro delicatissimi tappeti vaporosi e piccole registrazioni ambientali che attenuano la costruzione piuttosto virulenta dei brani.

Le melodie di violino inspessiscono la trama mentre il pianoforte lascia spargere fiumi di note in una sorta di rinascimento new-age che risuona nell’aria libero e fiero.

I sette brani sembrano un unico flusso, il fatto che le parti suonate derivino sempre dagli stessi strumenti non potrebbe far altrimenti, ma la fantasia e la creatività dell’artista fanno si che nulla risulti noioso o ripetitivo. Molto intelligente anche la scelta di non abbandonarsi a brani lunghissimi, qui c’è una gestione delle pause che crea comunque tensione.

Poi ci sono alcune soluzioni brillanti, come i solo di piano che sfociano dentro registrazioni naturali di cascate e cinguettii, o i battiti corpulenti accarezzati poi dalle corde del violino appena pizzicate o dalle scale di piano poco più profonde.
Tutti elementi che rendono trasparente il talento di questa giovane musicista che ci regala un debutto da ascoltare con trasporto.

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