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Album Reviews /

Saffronkeira Tourette

  • Label / Denovali Records
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 02/2013
  • Style / ,
  • Rating /
    7/101
Tourette

Eugenio Caria torna a far vibrare il progetto Saffonkeira con un nuovo album che segue a distanza ravvicinata l’esordio con “A New Life”, un ottimo doppio CD pubblicato dalla Denovali Records.

Ed è sempre per la Denovali che esce il nuovo Tourette, questa volta un solo CD (esiste anche la versione doppio LP) con otto brani.
Entriamo subito nel vivo con gli undici minuti di “First Steps”, un brano che emerge dalle nebbie con un carico di microsuoni e frammenti metallici che ricamano una fitta trama in un brano che ha comunque diverse fasi di vita, alcuni tratti più minimali mentre altri intrisi di melodie più aperte e soavi.

“1859 – 1904” cresce piano, partendo sempre da una rarefatta atmosfera glitch dalla quale prende vita un tappeto spesso e consistente che sale d’intensità per poi dissolversi e lasciar di nuovo spazio alla stesura glitch. Anche “Motion” segue la stessa dinamica, e con il passare dei secondi apre ad una voce femminile e ad un pad melodico molto ben assestato.
“Fragile” ha un movimento spezzato che da vigore all’elettronica frammentata che sembra essere il leit motiv dell’intero album, ed a dire il vero, forse anche il suo difetto più grande. Perchè per esempio, in questo brano, dopo i sei minuti, entra un giro di piano favoloso che poteva esser la vera anima sulla quale costruire il pezzo, mentre il complesso di microsuoni è l’arma sulla quale Saffronkeria ha puntato la somma più cospicua.

“Obsessive Compulsive” ha un intro elettrica che sale d’intensità fino al fastidio per poi lasciar spazio ad un gioco di note, registrazioni vocali ed arpeggi che rendono piacevolissimo l’ascolto.
“Insensible Crash” offre un ascolto di registrazioni ambientali, ancora microsuoni e sonorità dark ambient. “The Disease” è un buon brano melodico dove il suono del piano (o dell’organo?) regala emozioni con i rumori metallici abbinati al suono puro delle note. Un’atmosfera notturna molto ben calibrata, senza dubbio il miglior brano dell’album per la sua grazia nel dosaggio degli elementi.
Il finale con “The Hope” è un altro ottimo esercizio di stile che ci mette tutti d’accordo con la bravura dell’artista nella gestione delle fonti sonore. E’ anche il brano che presenta la stesura più complicata e riuscita, regalandoci un ottimo finale diviso tra grazia, ipnotismo e tensione.

Alti e bassi.