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Greatest Pills /

Tahnja Untitled

  • Label / Analog Records USA
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 1995
  • Style / , ,
  • Rating /
    10/101
Tahnja
La scena techno europea ha vissuto grandi momenti di furore creativo nei primi anni ’90, quando tutto era lecito ed ancora si potevano combinare diverse soluzioni senza cadere nel già sentito.

Frederick Schmid è uno di quei nomi che hanno sempre vissuto all’ombra delle proprie macchine, nascosto dietro un muro invalicabile di suoni che lo hanno portato (causa forse una non propriamente identificata identità musicale) a comporre musica attraverso numerosi pseudonimi che di conseguenza hanno dato vita ad altrettanti orientamenti stilistici.

Andando un po’ alla ricerca della musica di Schmid, infatti, si può cogliere una fortissima padronanza della materia, ma d’altronde se eri produttore nei primi anni 90 dovevi per forza di cose conoscere quantomeno la strumentazione analogica ed i primi marchingegni elettronici. Quello che invece non si materializza quasi mai, è quella sensazione di aver colto il bersaglio proprio nel centro.

Quasi mai perché esiste questo isolato episodio della discografia di Schmid che è un autentico capolavoro di arte elettronica.
Il disco è uscito a nome Tahnja, ed è un doppio 7 pollici pubblicato dalla Analog Records USA (label specializzata in break acid, techno ed electro).

La prima delle 4 “untitled”  è una bomba techno multistrato comandata da una bassline corrosiva che serpeggia nell’intero brano cambiando di volta in volta le curve della propria onda. Una devastante killer track che ha creato non poco scompiglio nelle notti europee di metà ’90.

Nella seconda traccia Schmid rimane sempre su toni techno/electro correggendo però il tiro e puntando verso atmosfere deep che incrociano a più step delle melodie che con un minimo d’azzardo tenderei ad accostare ai Drexciya. Uno degli esempi di deep techno più riusciti di sempre.

Untitled 3 è una gemma melodica che prendendo spunto da campionamenti di suoni naturali eleva il suono nei luoghi delle emozioni. Quello che possiamo definire un viaggio autentico.
Untitle 4, è tempo di chiusure, ed anche di omaggiare la tanto amata bassline senza però incorrere nella furia liberatrice e graffiante del suo suono, ma semplicemente accostando delle linee di basso finemente modellate a delle composizioni elettroniche di nuovo emotive e sognanti.

Quel che è riuscito a Schmid in questo disco, è forse un’irripetibile combinazione di circostanze che hanno evitato all’artista di cadere nell’ultra inflazionato ed esaltato circuito acid di quegli anni, permettendogli di mettere a segno 4 gemme che hanno contribuito a rendere grande la musica elettronica.