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Greatest Pills /

Human Mesh Dance Thesecretnumbertwelve

  • Label / 12k
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 1997
  • Style / ,
  • Rating /
    10/101
Human Mesh Dance ‎– Thesecretnumbertwelve
Leggi alla voce eroi del nostro tempo.
Taylor Deupree nasce nel 1971 a New York, cresce nel fantastico quartiere di Brooklyn dove nei ’90 si immerge nell’arte studiando come graphic designer, e nella musica cominciando a sperimentare le possibilità della techno e dell’ambient. Soltanto dopo diventerà il fondatore della mitologica 12k, una label di culto per gli amanti del suono ambient e più in generale dell’elettronica d’ascolto.
Un istituzione che arriva fino ai giorni nostri continuando a battere una corrente di pensiero ben delineata sin dall’inizio. In questa sua creatura Deupree può dar sfogo da un lato alla sua passione sconfinata per la musica, dall’altro a quella per l’arte, essendo lui in prima persona a curare gli artwork delle varie releases.

Vari pseudonimi prendono vita nel corso degli anni, ma forse quello più prolifico è sicuramente Human Mesh Dance. Con questa ragione sociale Deupree scrive tre album nel corso dei novanta, i primi due vengono messi sotto contratto da un vero e proprio monolite della musica elettronica, la Istinct Records, etichetta newyorkese che in quegli anni ha dato alle stampe numerosi capolavori ambient ed anche techno. Non è mai stato chiaro se a muovere le fila dell’etichetta fosse nientemeno che Moby in persona, fatto stà che le cose uscite in quegli anni per la Istinct rimangono tra i più bei dischi di musica elettronica mai prodotti. Human Mesh Dance è lì, in orbita, scrive musica ambient, la vive, la respira.
Passano gli anni ed arriviamo al 1997.

L’artista ha bisogno di una sua “casa”, qualcosa che lo rappresenti al 100%, un progetto da allevare con le proprie forze ed idee, e queste ultime non sono mai mancate nella mente di Deupree. Nasce la 12k e viene modellata intorno a dodici principi che saranno poi il manifesto ufficiale sul quale propagandare il proprio credo.

TWELVE PRINCIPLES UPON WHICH 12K WAS FOUNDED:

1. Don’t tell listeners what they want to hear, let them discover that for themselves.
2. Treat your audience as they are: intelligent, passionate lovers of art and sound.
3. Evolve constantly, but slowly.
4. Stay quiet, stay small.
5. Strive for timelessness.
6. Never try to be perfect. Beauty is imperfection.
7. Simplicity. Anti-Design.
8. Never try to innovate, be true to yourself, and innovation may happen.
9. Explore sound as art, as a physical phenomenon — with emotion.
10. Develop community.
11. Be spontaneous.
12. Everything will change.

Ed il primo disco ad esser pubblicato per la 12k è un capolavoro che arriva intatto fino ai nostri giorni. Si tratta ancora di un album di Deupree, sempre con il suo moniker Human Mesh Dance e si intitola “Thesecretnumbertwelve”, un segreto tutt’ora rimasto inviolato, un numero che da vita ad un progetto che fa da specchio ad un’esistenza.

Questo album, come preannuciavo, è un vero capolavoro. E’ come se per questo disco, Deupree avesse abbandonato alcuni rigidi canoni stilistici che sulle prime lo hanno un po’ circoscritto per concedersi a ciò che il cuore gli suggeriva. Ecco allora spuntare dei bassi profondissimi, rotondi, corposi, un battito lento, un incedere puntuale, deciso, techno.
L’ambient che va al matrimonio con la sua creatura più vicina, il suono elettronico della techno che si fonde alla perfezione con la visione priva di barriere che l’uomo riserva alla sua musica. Otto brani, tutti lunghissimi, edizione stampata in solo CD e mai più riproposta.

Negli iniziali dieci minuti di “Moth” è già chiarissima la natura futuristica del lavoro. Un groviglio di synths che intonano una melodia astratta di quelle accostabili alle starting track dei dj set di Jeff Mills. Lo spazio visto in sezione, l’assenza di orizzonte, il ritmo preciso. Un’istantanea surreale.
Il viaggio ha inizio e la marcia va avanti spregiudicata, aggiungendo man mano nuovi suoni, nuove tonalità, soluzioni sempre diverse che dipingono un’ambientazione sci-fi  racchiusa in una bolla dub.

I riferimenti non mancano, a partire dall’elettronica tedesca di casa Sky o Innovative Communication, sonorità che sicuramente devono esser state formative per l’artista, che interpreta al meglio la lezione regalandoci un secondo micidiale brano intitolato “Argon”.
Poi arrivano le tastiere, le percussioni “fuori asse”, i suoni liquidi, caldi, le note ci avvolgono per ricordarci che sì, siamo dentro il suo viaggio.

In “Sea Glass” da vita ad un corpo dub techno subacqueo di infinita profondità, qui le vibrazioni fanno tremare lo stomaco e salgono diradandosi fino al cervello, che elabora i segnali per formulare nuove visioni.

Al centro del disco gli incredibili sedici minuti di “Floating Point”, un arpeggio in progressione, la tensione che sale, il culmine che sfocia in una distesa di pads, il battito che sale. Un brano scritto con tutti i crismi del caso, intro-corpo-outro ed al centro è posta l’essenza, la vita.

Non avrebbe più creato nulla di simile.
Thesecretnumbertwelve rimane il suo capolavoro, il momento irripetibile, il punto esatto di contatto tra cuore, muscoli e cervello.

E’ praticamente introvabile a prezzi decenti, ma se siete in vena di follie sarà uno degli acquisti più sensati della vostra collezione. Il sogno è vederlo stampato di nuovo…ma su vinile.