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E.P.164 Avenir

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Avenir

Dopo aver parlato del suo album di debutto, questa settimana ospitiamo il podcast di Avenir, questo giovane musicista italiano che con il suo album ha toccato lidi musicali molto articolati e pieni d’inventiva.
Anche attraverso il podcast troviamo replicata la formula di una dance inusuale che si lascia andare con piacere a momenti downtempo, parti strumentali organiche e tratti melodici coinvolgenti.

Buon ascolto!

Tracklisting:

01. Boards of Canada – Aquarius (Skam)
02. John Talabot – Sunshine (Hivern Disc)
03. Maceo Plex – Sleazy E(Crosstown Rebels)
04. Avenir – MakeMake (Mussen Project)
05. Shapes – Payda re-edit – (Beat Rude)
06. Avenir – Walz to Share original (Srtictly Groove)
07. Gepy – Youporn (Prison UK)
08. Daughters & Sons – Marine (Strictly Groove)
09. Luca Fronza – demo track (Strictly Groove)
10. Frivolous – Tuc Tuc Tuc (Minibar Music)
11. Frivolous – Cryin (Cadenza)
12. Piemont – Nightshift, MyMy rmx
13. M.Plex – Gravy Train, Nicolas Jaar rmx
14. Avenir – 594 (Strictly Groove)
15. Boards of Canada – Telephasic Workshop

Per iniziare puoi dirci in che modo ti sei avvicinato alla produzione musicale ed all’arte del djing?

Faccio il dj da molti anni e ho seguito il percorso naturale della figura stessa. Ho cominciato 6 anni fa a sperimentare con le prime daw ma il focus maggiore era la selezione musicale.. Solitamente le attività di dj/producer dovrebbero essere sinergiche e direttamente proporzionali ma per molto tempo non riuscivo a conciliare le due cose.
La produzione ti obbliga a ricercare continuamente nuovi metodi di lavoro e se non ti aggiorni stai indietro. D’altro canto chi suona spesso outdoor impegna buona parte del suo tempo “libero” alla ricerca di nuova e “buona” musica e per farlo ci vuole del tempo.

Come definiresti/descriveresti la musica che ami proporre?

In realtà non la definirei. Forse per la descrizione potrei spendere qualche parola correlata al processo che mi porta a proporla. Amo un particolare contrasto; il Lo-Fi più crudo unito alle sonorità futuristiche e alle vecchie registrazioni.
Tra i pionieri di recording improvisation citerei Filippo Tommaso Marinetti (padre del futurismo) andatevi ad ascoltare qualche estratto su youtube per capire cosa intendo.. Sono convinto che la musica non è solo un mezzo terapeutico, in altre circostanze ricordo periodi in cui mi ha fatto stare davvero male, e questo mi fa pensare alle sensazioni e le conseguenze che provoca all’essere umano. Rimango convinto che sia e rimane sempre tra le forme più potenti di advertising.

Potresti descriverci il tuo setup in studio? Con cosa produci musica attualmente?

Utilizzo poche cose ma buone. Come scheda una UltraLite-mk3 Hybrid unita ad un vecchio muletto con xp truccato all’occorrenza per gestire programmi musicali (non mi ha mai tradito e se non esplode non lo cambio). Ho anche un macbook pro a supporto. Fondamentalmente il computer è come la macchina, se hai culo non ti darà mai problemi.
Come daw utilizzo principalmente Live in rewire con Logic e per mè è il connubbio perfetto. Per la produzione utilizzo una buona parte Maschine per le parti ritmiche, un Moog Slim Patthy con cui faccio quasi tutto per quello che riguarda le linee melodiche, dalle potenti bassline ai fat pad che solo con moog fa uscire fuori. Un Akai mpk 49 come controller fisico.
Tutta la somma la faccio ITB (in the box) solo dopo avere sommato su Tl-ebony A4.

Dove hai registrato il podcast? E cosa puoi dirci in merito?

In questo momento mi trovo in trasferta per lavoro a Roma e questo mi obbliga a stare spesso lontano dallo studio. L’utilizzo di monitor professionali in uno studio ad acustica controllata si rivela la scelta ideale per registrare, eseguire il missaggio e il mastering, tuttavia sono presenti casi in cui la portabilità, l’isolamento acustico e la libertà dalle limitazioni
acustiche dell’ambiente costituiscono la priorità, in quel caso utilizzo il mio laptop unito ad un buon paio di cuffie (le KRK 8400) che unitamente non mi fanno venire nostalgia di casa.

Il podcast in oggetto lo chiamarei a few old tunes in onore del mio collettivo preferito i Boards Of Canada. La intro del podcast è una lode ad Acquarius una traccia prodotta nel 98 dal duo scozzese che ripeto in loop nelle prime battute. All’interno ci sono anche due mie song. Walz To Share con il featuring di una mia amica scozzese che uscirà su Strictly Groove Recordings in vinile a giugno e MakeMake che sarà all’interno di un EP distribuito da Mussen Project un’ambizioso progetto italiano che vanta di un roster di nomi come London FM, Someone Else e Rio Padice. Dopo ci sono degli evidenti recall a Frivolous e Jaar che sono i producers che apprezzo di più in questo momento.

Su cosa stai lavorando al momento?

Collaboro attivamente con Strictly Groove Recordings oltre ad essere amico fraterno del head manager Marco Febbraro. Il 9 Gennaio scorso è uscito il mio primo album in cd Broken Antenna anticipato da due sampler singoli. L’album ha avuto un successo inaspettato per noi. I singoli Make Up e Bye si sono piazzati al primo posto in classifica su Juno (che ha anche fatto una splendida review). Ad oggi lo stesso è presente tra gli acquisti in cd consigliati dal famoso store.
Ho tanta roba in testa ma al momento vorrei godermi con lo spirito della formichina quello a cui ho prodotto negli ultimi due anni tra cui un uscita in vinile a giugno con due remix di Mark Ambrose e Dima Studitsky. Nel contempo io e Peter Edison stiamo lavorando con molta calma al nostro nuovo album che uscira in formato LP (14 tracks) nel 2013 con un super vinile sempre su Strictly.
La collaborazione con la label Wide Angle Recording mi ha portato una buona visibilità con il singolo My Unmateria Soul. Mi sto godendo anche quella.

Chi o cosa è la tua maggiore ispirazione?

Il mondo in cui vivo, l’informazione gli input visivi, il mio stato d’animo…

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