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E.P.224 Anna Bolena

  • Lenght / 51:20
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Anna Bolena

Di Anna Bolena vi abbiamo già parlato raccontandovi quella meravigliosa scheggia impazzita che è il suo disco Bruitphonies. A rappresentanza di un suono nero, profondo e libero, oggi Anna compila un podcast nel quale mette insieme i dischi che rispecchiano il suo modo di intendere la musica. Ne esce fuori uno spaccato techno dai forti tratti sperimentali, oscuro e sentito. Buon ascolto.

Per iniziare puoi dirci in che modo ti sei avvicinata alla produzione musicale ed all’arte del djing?

Per caso durante un rave illegale a Valle Aurelia, periferia romana nel 1995, quando mancando il dj gli amici di scampagnata mi chiesero di buttarmi sui piatti e cosi cominciai. Gia` compravo dischi di musica elettronica, sempre e solo molto selezionati.
Nel 1999 con l` aquisto del primo pc iniziai a ricercare il mio suono, un po` per gioco, un po` per passione. Ho atteso 15 anni prima di decidere di riprodurlo in vinile. La certezza di fare bene non e` mai troppa.

Come definiresti/descriveresti la musica che ami proporre?

Se suono le mie produzioni le descriverei esperimenti
sonori, che sia musica sara` il tempo a dirlo, e` meglio aspettare che lo dicano gli altri: il pubblico, i colleghi; se invece metto i dischi, avendo molta cura nella scelta e inoltre avendo l` opportunita` di mescolare tutta la musica che mi piace senza badare a generi, periodi storici, mode o qualt` altro mi allontani dall` essere originale e stimolante, la definisco frequenza sonica ad ampio spettro comunicativo. A volte piace a volte no. Non credo che si debba piacere a tutti. E` utopistico.
L` elemento della pertinenza e della adeguatezza al contesto e alla situazione e` importante ma e` indispensabille mantenere il proprio stile, senno` e` svendita della propria personalita`. Mi riservo comunque il diritto e il dovere di suonare quando ho qualcosa da dire, quando ne ho voglia e quando ritengo necessario stare sul mixer. In caso contrario cedo il passo in consolle ai colleghi professionisti o agli emergenti che reputo di talento.

Potresti descriverci il tuo setup in studio? Con cosa produci musica attualmente?

Per 15 anni ho prodotto suoni con diversi sofware, registrazioni ambientali con videocamere e microfoni, vinile, cassette e cd. Mi sto attrezzando per espandare il mio set con altre macchine analogiche con l` obiettivo di usare sempre meno il computer, che comunque ritengo un mezzo necessario, pratico e veloce per preparare un set live, e al quale non rinuncero` mai.
Sono molto pigra e a volte preferisco le soluzioni veloci.
Il fatto di lavorare solo in analogico in questo momento nasce dall` esigenza di ottenere una pasta sonora diversa, di misurarmi in ambiti piu` complessi, sempre contro la rassicurante routine. Sono semplici sfide personali.

Dove hai registrato il podcast? E cosa puoi dirci in merito?

Registro a casa con i miei vecchi giradischi e mixerino degli anni novanta. Un dj set per me deve essere realizzato con i vinili, se polverosi ancora meglio.
In questo caso ho calibrato il ritmo con la dimensione dell`ascolto casalingo, la condizione dello stare connesso alla rete.
Ne` troppo rave ne` troppo ambient.
L`ultimo brano la Marcia Funebre di Asmus Tietchens dura quasi 20 minuti, musica sacra! Vietato mixarla, sfumarla o inquinarla!

Su cosa stai lavorando al momento?

Il mio prossimo disco: la seconda parte di Bruitphonies. Work in progress, esce quando e` pronto. Non ho scadenze precise.

Chi o cosa è la tua maggiore ispirazione?

Una profonda curiosita`.
Quando questa finira` posso anche accomiatarmi da questa valle di poche gioie e molti dolori.

Grazie di avermi concesso questa piacevole intervista.
Sono molto onorata di far parte delle vostre scelte musicali.

Rispetto e passione.

ab
Berlino 4.10.2013                        

Tracklist:

Ken Karter
Richard Wagner
Leo Anibaldi
I-F
Applebim
Shingo Suwa remixed by Sei Katsu
Fabrizio Lapiana
Redshape
Snuff Crew
Resoraz
Clouds+Mover
Asmus Tietchens

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