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Single Reviews /

Onirico Stolen Moments

  • Label / UMM / Flash Forward
  • Catalog / UMM 014 / FFOR 001
  • Format / Vinyl
  • Released / 1991-2016
  • Style / ,
  • Rating /
    9/101
Onirico ‎– Stolen Moments

Nei primi anni ’90 quando veniva pubblicato un Ep dance non si badava troppo a chi ci fosse dietro, certo, alcuni capisaldi erano ben riconoscibili-conosciuti-idolatrati, ma ad esempio se analizziamo una discografia immensa come quella della UMM Underground Music Movement non sempre ci si fermava più di tanto a domandarsi chi o cosa. Si ballava. E’ stato così per diversi anni, anni nei quali l’Italia è stata (a sua insaputa) involontaria portavoce di un particolare suono House più circoscritto e localizzato all’estero che non qui da noi. Il termine Italo House ce lo hanno affibiato fuori.
Stolen Moments si materializza appunto in quel contesto, un Ep di quattro tracce, sostanzialmente house ma con alcuni particolari di unicità che lo renderanno da li a breve un introvabile oggetto del desiderio per collezionisti incalliti. Il disco veniva pubblicato sotto lo pseudonimo di Onirico, dietro cui si celava il romano Emanuele Luzzi, musicista che l’anno successivo avrebbe poi pubblicato un nuovo capolavoro come A Tone Colour Of Onirico, questa volta con lo pseudonimo Oneiric.

Ciao Emanuele, sò che sei molto appassionato di jazz, lo eri già nei primi ’90? Se si, esiste una correlazione con la musica che poi sei andato a produrre? Qual’era l’idea alla base delle tue produzioni?

“Sono nato in una famiglia dove la musica è stata sempre presente. I miei nonni erano musicisti, anche altri parenti suonavano. Mio padre invece, Mario Luzzi, era giornalista e critico musicale, specializzato nel jazz. Al di là di questo, è sempre stato molto curioso e gli piaceva quindi scoprire sonorità differenti. Era apprezzato in tutto il mondo per le sue interviste e per le tante discografie complete che ha curato. E’ stato lui ad iniziare una vastissima collezione di vinili che io ho continuato dopo la sua morte avvenuta a soli 52 anni nel ’92 (proprio durante la realizzazione di Oneiric “A Tone Colour Of Onirico”, che ho voluto dedicargli).

Emanuele Luzzi "Onirico"Negli anni Settanta e Ottanta la casa dei miei genitori era un continuo viavai di musicisti americani e europei che hanno anche soggiornato da noi.
Tra gli artisti che mi sono rimasti più impressi in casa mi piace ricordare Ornette Coleman, Don Pullen, Muhal Richard Abrams, Max Roach, Noah Howard, Franco D’Andrea e Giovanni Tommaso (del Perigeo), Paul Bley e Byard Lancaster.
Ero poco più di un ragazzino quando ho iniziato ad accompagnare mio padre a concerti, interviste, presentazioni discografiche ecc. Sin da allora mi abituavo a fare molto tardi la notte scoprendo mondi fino a quel momento sconosciuti e atmosfere indimenticabili.
Nel ’76, avevo più o meno 11 anni, ebbi la fortuna di trovarmi presente in studio durante alcune registrazioni per la Horo Records di Aldo Sinesio (Gil Evans, George Adams, Sun Ra, Irio De Paula e altre). Durante le pause accadeva che mi mettessi a suonare a orecchio il pianoforte, un organo e anche un Fender Rhodes che erano lì. Il produttore Aldo Sinesio rimase talmente sopreso dalla mia intraprendenza che mi regalò un piccolo organo Antonelli. Da lì ho cominciato a suonare e a studiare. Tra i maestri che ho avuto ricordo Enrico Pieranunzi e Martin Joseph. ”

Per tornare alla tua domanda, ovviamente nei primi anni ’90 la passione per il jazz era ancora viva. Esiste una correlazione con tutto questo? Certamente. Nel caso del pezzo “Stolen Moments” (titolo mutuato da “Stolen Moments”, celebre composizione del jazzista Oliver Nelson) sono certamente stato ispirato dai 20 secondi finali di “Tell me a bedtime story” di Herbie Hancock. L’idea alla base delle mie produzioni sono stati semplicemente divertimento e ricerca, con un’attenzione ai particolari quasi maniacale. Un qualcosa che piacesse principalmente a me e poi anche a chi lo ascoltava. Non ho mai pensato ad altre implicazioni che non fossero l’estro e le sensazioni del momento.

Puoi descriverci il tuo setup in studio in quegli anni, e se possibile, le macchine utilizzate per produrre “Stolen Moments”?

“Per quanto riguarda il come, preferirei non entrare nei particolari.
Per il setup di “Stolen Moments” invece, furono usati:
computer Atari STF-1040, Mixer Fostex 1840, diffusori Tannoy TP-1, diffusori autocostruiti coassiali, Roland Jupiter 6, Roland D-70, Roland MKS-50, Oberheim Matrix 1000, Roland TR-808, Roland Bass Line TB-303, Roland DEP-5 Digital Effects Processor, Alesis Midiverb II, centralina Simmons SDS8, Roland TR-606, Korg KMS-30 Midi synchronizer, Roland TR-909, Roland S-550.”

Che atmosfera si viveva a Roma in quel periodo? Era palpabile tutto quel fermento che ha poi alimentato le storie dietro la Roma elettronica conosciuta in tutto il mondo?

“L’atmosfera che si viveva a Roma? Non saprei. Non ho mai fatto parte della cosiddetta scena romana. Inoltre, ho sempre viaggiato per la mia strada, con curiosità e voglia di scoprire. Appena potevo me ne andavo all’estero e quando stavo a Roma, oltre alla musica esistevano gli affetti, l’amicizia e altre passioni ma raramente la condivisione di certe tendenze di quegli anni in un particolare luogo come Roma. I miei riferimenti musicali provenivano quasi esclusivamente da Regno Unito, Germania e USA.”

La tua ultima release ufficiale è datata 2002, hai più continuato a produrre, hai del materiale che ti piacerebbe veder pubblicato?

“A un certo punto ho smesso di produrre a causa di diversi accadimenti che hanno determinato uno stop. Ma non è detto che non riprenda in futuro, magari dopo l’uscita di Oneiric “A Tone Colour Of Onirico” del 1992, sempre per la Flash Forward. A tal proposito, desidero ringraziare Carlo e Giuseppe di Electronix Network Distribution, proprietari dell’etichetta di cui sopra.
Mi piacerebbe veder pubblicate alcune tracce inedite sempre di quegli anni. Dopo il 2002 ho continuato comunque ad occuparmi di musica, facendo il DJ, scrivendo per alcune riviste specializzate, partecipando a produzioni di altri e suonando nel mio studio.”

L’Ep si apre con la monumentale Stolen Moments, un accordo di tre note, poi quel pad che fa alzare gli occhi al cielo e quell’esplosione in House che tradotta significa groove e tensione. Luzzi fa di più, vira acid sulla metà del brano e lavora sul tono della ritmica rendendola ovattata, un fantasma percussivo capace di penetrare in profondità. Nel secondo solco, Tribal Echo, toglie via la melodia per assestare un esercizio di stile sulla ritmica ancora una volta virato in acid. Il risultato è uno strano corpo minimale dal groove spettrale.

Girando lato troviamo il brano denominato Onirico, un nuovo maglio acido imperversato da correnti psichedeliche in quei veloci arpeggi quasi in odor di new-age, un caleidoscopio di colori con alla base un impianto solido e potentissimo. La conclusiva Echo torna a farci vedere le stelle con quella semplicità che ha sempre caratterizzato le melodie di certa house, ma ancora una volta Onirico ci regala un grande innesto verso la metà del brano, dei synth dal sapore più elettronico che impreziosiscono e rendono unico questo gioiello dance finalmente ristampato dalla Flash Forward e quindi, di nuovo, alla portata di tutti.