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Single Reviews /

Monolake Silence

  • Label / Imbalance
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Dec 2009
  • Style /
  • Rating /
    10/101
Monolake

Robert Henke cammina da solo. Un’avventura, la sua, che è autentica materia di studio per ogni musicista elettronico da qui all’eternità.
Un maniaco del suono, il dettaglio che diventa immancabilmente protagonista, eroe unico di una storia che è già futuro.
Robert Henke è il futuro.
Distante mille miglia da quel fantastico album che è stato Poligon Cities del 2006, distante, ogni volta, da qualsiasi sua creazione.
Elemento isolato ed isolante della musica elettronica tutta, un’idea sempre nuova che tende ad approfondire in maniera acuta e brillante ogni aspetto legato al suono.

E’ così anche per questo “Silence”, un disco che è prima di tutto un simbolo, un messaggio che invita chiunque a far bene, istiga alla perfezione e produce passione, questo è quello che serve oggi. Ogni suo disco è un pugno in faccia a chiunque si getti nella mischia solo per far numero, i numeri non servono, ciò che occorre sono soltanto emozioni.

Se ci guardiamo intorno è tutto un dibattito alla ricerca del futuro, cosa ci aspetta, cosa inventeranno, qual è il ruolo della dubstep, quale la forma che prenderà la techno, cosa c’è di vero nella musica elettronica ed ancora parole.
Henke non guarda altro che la sua musica, nutrendola con il sudore della sua fronte, perfezionando ogni singolo beat in modo che suoni unico ed inconfondibile, creando così quello che ad oggi è uno dei migliori frutti della scena underground.

Silence è un invito alla concentrazione, ma del resto è da tempo che siamo abituati, costretti ma non con la forza, ad ascoltare le sue produzioni con la massima attenzione.
Ogni vero appassionato di musica elettronica sa che qui troverà il meglio, un luogo in parte familiare, ma che vuoi o non vuoi, riserva sempre le migliori sorprese.

Silence non è accostabile a nulla di terreno, è soltanto un album fatto di musica nuova, di suoni accostabili a molti materiali ed a svariate forme, un disco dove la componente ritmica è un olimpo di idee, dove i bassi ti penetrano nelle vene fino a diventare parte di te, dove le claustrofobiche composizioni melodiche ti fanno stringere i denti preso dalla paura. Se proprio vogliamo attribuire uno stile al contenuto di questo disco possiamo dire che si tratta di musica oscura.

Un mastering eccellente, che nel doppio vinile trasmette il meglio di sé tramutando la musica in carne e sangue, un immagine in copertina che sarà il vostro punto d’approccio per quest’ora abbondante di viaggio dai contorni indimenticabili.

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