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Single Reviews /

Solvent Latch, Fasten, Secure

  • Label / MinimalRome
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Maggio 2011
  • Style /
  • Rating /
    10/101
Solvent - Latch, Fasten, Secure

Divieto di transito a tutti i vecchi fan di Jason Amm in arte Solvent, autentico genio del sintetizzatore che da oltre un decennio ha scaldato con le sue onde analogiche i cuori degli appassionati di electro e synth pop confezionando melodie che hanno sempre saputo parlare con un linguaggio a portata d’uomo e ricco di familiarità e devozione verso il glorioso passato che ha dato i natali al genere.

Dimenticate quindi le incantevoli composizioni dell’uomo per catapultarvi in un’inedita dimensione dance dai toni aspri e ruvidi.
Solvent apre la mente a Chicago ed “imbraccia” la 303 concedendosi ad MRX, la serie dancefloor oriented della MinimalRome records, realizzando di fatto quella che ad oggi è a mio avviso la release più dirompente e d’impatto di questa nuova avventura per piste da ballo coraggiose.

Il suo approccio è frontale, uno studio accademico della materia Acid House poi riversato in una sorta di avvolgente manto analogico che è consuetudine dalle sue parti, e nell’iniziale “Latch” ancora troviamo spalmati lungo i 10 minuti abbondanti di esecuzione alcuni elementi caratteristici del suo modo di intendere la musica. Nonostante la battuta sia serrata ed il giro di bassline aggressivo e vorticoso, Solvent riesce ad inserire piccoli frammenti sonori che ne rifiniscono il fronte melodico chiudendo il cerchio intorno ad un suono e ad un groove che se dà una parte rievoca tutta l’energia e la voglia di ribellione del suono Acid dall’altra sembra volerci dire che in fondo è possibile riuscire a suonare classici introducendo nuove idee e rielaborazioni che possano aiutare ad evolversi.

Lato B che apre in pura “Jack mattanza” con una programmazione ritmica basic ad accogliere un serpente acido avvelenato che lascia il segno contorcendosi con movimenti costrittori per l’intera durata. Il titolo è “Fasten”, tenetene nota per quando avrete voglia di cappottare la vostra pista da ballo.

“Secure”, che chiude il lavoro, è un mostro di 16 minuti (anche la durata dei brani segna un importante passo in avanti per il suono Acid House) che vi toglierà il fiato dall’inizio alla fine.
Un torrente acido che fa della variazione tonale la sua ragione di vita, accompagnato nel viaggio da un ritmo sporco e profondo che rappresenterà soltanto una parete dove sorreggervi tra una scarica e l’altra.
Qui le linee portanti sono elaborate con una maestria tecnica fuori dal comune, riuscendo a penetrare con rabbia e soprattutto riuscendo a liberare quella che è l’energia incontrollata del corpo, ovvero quell’istinto al ballo talmente forte da potersi rivelare in tutto e per tutto soltanto in una condizione di trance mentale.

Oltre ogni cosa, in “Secure” viene meno la caratteristica circolarità delle vecchie composizioni Acid House a favore di una stesura mutante (e qui non potrete non notare quanto l’electro sia stata seminale per la riuscita di questo disco). Il brano infatti sembra cambiare pelle continuamente grazie all’uso assolutamente creativo della 303 che genera in maniera controllata una serie di variazioni che aumentano a dismisura l’appeal funk del brano che arriva addirittura a proporre degli irraggiungibili frammenti vocali. Qualcosa che suona come il Richard degli Analord insieme a  Lory D ai tempi di Toney Lee.

Disco clamoroso.

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