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Timeless Beats /

Mario Acquaviva Mario Acquaviva

  • Label / Ariston Music
  • Catalog / AZRL/103
  • Format / Vinyl
  • Released / 1983
  • Style / , ,
  • Rating /
    7.5/101
Mario Acquaviva

Ritratto pop notturno di un’Italia che si avviava alla sintesi, Mario Acquaviva produce questo straordinario (e raro) Ep nel 1983 per la Ariston Music.
Straordinario perché contiene quattro brani figli di un unico concetto sonoro che punta a realizzare musica profonda e molto intima che, non sappiamo dire se volutamente o meno, incrocia in un paio di occasioni estetiche jazz/funk/fusion di grandissimo pregio. Gli strumenti sono quelli di sempre, basso, batteria, sax, chitarre, violoncello e Fender ma è il concept ad esser spinto in avanti per delle strutture pop tradizionali, avanti o forse in linea con quello che poteva essere uno sviluppo onesto della canzone italiana.

Mario AcquavivaNotturno Italiano, brano d’apertura è il brano perfetto in tutto questo, un’andatura downtempo in chiave disco/funk al fotofinish con un basso gommoso che spinge in alto una voce malinconica, come del resto tutto il suono del disco. Sarebbe stato interessante avere uno strumentale, ma questo è un feticcio da collezionisti che avrebbe tolto il senso di tutto quanto scritto prima. Un pezzo da suonare in ora tarda, per chiudere una di quelle notti sincere ed appassionate. Una nota importante è l’utilizzo di alcuni frammenti di recordings, sia nella fase iniziale di Notturno Italiano che della successiva Ho Perso Tutto, altro brano che parte con un intro ambientale subito ribaltata dal basso vorticoso ed oscuro che anticipa il cantato che esplode insieme a tutti gli altri strumenti.

In molte di queste atmosfere è possibile capire da dove veniva certa ispirazione del primo Luca Carboni, c’è tutto quell’assetto malinconico portato ad un livello successivo dal cantautore bolognese che ha spinto maggiormente sull’uso dei sintetizzatori nei suoi primi album.

Sul lato B incontriamo un brano come Sei Ancora Buono, un assetto ultra classico che spinge sull’emozione con la chiusura balearica a suon di sax, mentre in Fortuna torna quella base fusion che amalgama batteria, basso e tastiere con alcuni suoni di matrice elettronica che entrano in gioco nelle pause del cantato.

Un disco che può far intendere come anche nel pop italiano le possibilità non sono mai venute meno e che ha all’interno almeno due brani di grandissimo valore per gli amanti del groove. Buona caccia.