New York
Chicago
Detroit
Den Haag
Album Reviews /

Carl Craig Meditation

  • Label / Ministry Of Sound
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 06/2013
  • Style / ,
  • Rating /
    8/101
Carl Craig - Meditation

La sfortuna vuole che ora esistano due Carl Craig, uno dj che si è venduto pure la madre allo star business internazionale, l’altro producer che riesce ancora a far ardere le fiamme dei padri di Detroit. E menomale, meglio uno che niente.

Comunque la storia è questa, il Ministry Of Sound mette insieme una serie di compilation intitolate Masterpiece e le affida alle cure di gente come Gilles Peterson, Andrew Weatherall e Francois Kevorkian. Questa invece è la volta del nero di Detroit, il tutto, sempre moltiplicato per tre cd. Sui primi due troviamo rispettivamente il Craig Dj 2013 senza perderci troppo la faccia ed il Craig “si, però sappiate che vengo da qui” che ti fa odiare ancor di più il cd1.

Poco male, compriamo album in vinile per la bellezza di un solo pezzo figurati se non compriamo un triplo cd per ascoltare solo il terzo…

Il terzo cd è sottotitolato Meditation e contiene 6 brani inediti che sono in tutto e per tutto il nuovo album di Carl Craig.
I brani sono numerati da uno a sei e partono con un fraseggio tra drum machine e synth che creano una lunga intro dal sapore dark. Il brano va avanti per dodici minuti con la parte ritmica a giocare una sorta di downbeat sotterraneo mentre un’arpeggio vitreo entra in scena rimbalzando sul tappeto volante che disegna la lenta dinamica di un brano che deve molto Manuel Göttsching.

Sulla “Meditation 2” la questione si fa acida. I territori sono sempre quelli di un suono ambient ritmato  che questa volta evolve in techno subacquea sovrastata da bordate elettriche.
La terza meditazione è il brano più intimo del cd, tutta una serie di scivoli analogici, corde di basso maltrattate e scricchiolii alieni. La mente vale molto di più delle gambe.

“Meditation 4” è Detroit che torna a pulsare con un suono che cerca la gloria dei cieli. Intorno un organo maestoso, lo xilofono a punteggiare ed i soliti arpeggi che sono un po il focus dell’album.
Sulla cinque è l’atmosfera jazz a farsi avanti, non è una novità per Carl Craig, nel suo The Detroit Experiment aveva già cercato soluzioni simili regalandoci un album che ha rivelato la sua essenza forse troppo tardi. Qui riprende l’argomento tornando a regalarci un suono complesso e dannatamente coinvolgente.
Chiude la notte, “Meditation 6” è dark ambient oscura, una fitta nebulosa che si dissolve fino a scomparire.

Quando entri in studio, sai ancora come essere un Dio.