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Single Reviews /

Alien Rain Alien Rain 4

  • Label / Alien Rain
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 02/2014
  • Style / ,
  • Rating /
    8/101
Alien rain 4

È acclarato che oggigiorno per venire alla ribalta nel mondo del clubbing e procurarsi delle gigs di rilievo, sia assolutamente necessario guadagnarsi prima una certa fama come produttore (a meno che non vi chiamiate Ben Ufo). Molto di rado però le abilità esibite negli studi di registrazione sono poi rispecchiate altrettanto degnamente dietro la consolle di un club, come d’altronde è vero che ci sono grandissimi DJ che farebbero più degna figura ad astenersi dalla produzione musicale.

Ci sono ovviamente delle notabili eccezioni ed una di queste è senza ombra di dubbio Milton Bradley, uno dei talenti migliori che la scena berlinese ci ha regalato in questi ultimi 10 anni. Tanto bravo al mixer in studio, quanto a quello nei club. Se avete avuto la fortuna di vederlo all’opera o se avete anche solo ascoltato qualche dj set registrato (stupendo quello allo Studio R di cui qui potete anche vedere il video) sarete sicuramente d’accordo con me.

Con la sua etichetta ‘Do Not Resist the Beat’ ci ha proposto la sua visione dark della techno. Assieme ad Henning Baer, nel progetto K209, si è rilevato invece sotto vesti più industrial. Più recentemente sotto l’alias Alien Rain ci ha mostrato tutta la passione per l’acid che ha maturato a Berlino sul finire degli anni ’80.

Proprio il quarto capitolo di Alien Rain di imminente uscita, è secondo me una delle migliori cose che Bradley ci abbia mai proposto.

È composto da tre tracce acid techno dalla struttura ritmica molto diversa. Alienated 4A ricorda tremendamente le fantastiche trame acid proposte da Donato Dozzy e Dj Say in ‘Tutto Negativo’ sul Polarity EP ormai vecchio di 8 anni. Alienated 4B sembra invece una traccia di Mike Parker in cui i celebri compressori sono stati sostituiti da una 303 in loop perenne. Infine Alienated 4C in cui da ovattate atmosfere ambient viene lentamente e progressivamente in superficie il synth acid.

La dote migliore di questo disco, come quasi tutti quelli di Milton, è che pur nascendo come prodotto per il dancefloor, risulta molto piacevole anche nell’ascolto quotidiano.

Correte a prenderlo il 17 febbraio, non sarà una delle tante release di cui vi dimenticherete dopo averla suonata una decina di volte.