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Single Reviews /

Sonitus Eco Her Hands Were Cold

  • Label / Haar Records
  • Catalog / HAAR001
  • Format / Vinyl
  • Released / 05/2016
  • Style /
  • Rating /
    8.5/101
Sonitus Eco ‎– Her Hands Were Cold

Il maltese Justin Meli in arte Sonitus Eco era già salito agli onori con un bellissimo album di debutto per la Silent Season, per poi proseguire il suo cammino in costante equilibrio tra techno ed ambient in diversi ep ed in un secondo album per la Rohs! Records.

Sonitus EcoInaugura la sua personale label, la Haar Records, con un nuovo Ep impresso in un maestoso 180 grammi su plastica blu incidendo sui solchi che segnano la prima facciata un sontuoso brano deep techno che da anche il titolo al lavoro: Her Hands Were Cold.
Parliamo di un pezzo riuscitissimo, perché seppur incentrato su un timbro sonoro nebuloso e ricco di pathos riesce a tenere alto il valore groovistico grazie ad un pressante impianto ritmico ovattato che prende le sembianze di un’astronave funk con i reattori che spingono verso il futuro. Uno dei più bei brani techno ascoltati di recente che aggiungono valore a quel tipo di ricerca volta ad affinare le strade della techno.

Ne fa una versione dub ad alta definizione lo sconosciuto Dar dra che apre la b-side con questo remix che lascia andar su la tensione mentre si diverte alternando beats legnosi a bassi profondi e lasciando man mano spazio ad un montante cosmico che ricorda alcuni suoni dei Tangerine Dream in chiave Alpha Centauri.

Più diretto e metallico il secondo remix ad opera di Ness. Il producer italiano sceglie una strada più ostica e profonda scaraventando le patinate emozioni dell’originale dentro un tunnel techno che bada poco a compromessi, rifinendo comunque il tutto con grandi dettagli sonori che rivelano un sound-design di grandissimo pregio e concedendosi una piacevole divagazione ritmica finale che lascia trapelare la luce dentro il tunnel.

E’ sempre bene tener le orecchie in allerta e gli occhi ben aperti per non lasciarsi sfuggire queste micro-realtà che sono oggi parte integrante dell’underground musicale. Dove gli strati superficiali non riescono a garantire un sufficiente supporto ci si organizza da soli, lasciando cadere gocce che pian piano, si spera, possano riempire lo stagno.