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Single Reviews /

Shadow Sync Poles / Magnetic Fields

  • Label / KRD
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Feb 2011
  • Style / ,
  • Rating /
    8/101
krd

Per chi non conoscesse ancora gli Shadow Sync non pensi di essere davanti alla solita presunta novità in ambito elettronico. Leinad, Max Vu ed Edoardo Arengi, attualmente di stanza tra Padova e Berlino, da più di un decennio diffondono il verbo techno, dapprima come dj e poi a colpi di vinili sulla loro etichetta KRD. Tra l’altro Arengi dalla fine degli anni ’90 è parte del collettivo drum’n bass Unity, con all’attivo alcune produzioni per l’etichetta inglese Hardleaders.

Un impegno militante quindi nella diffusione delle sonorità elettroniche più pure scegliendo per la produzione un approccio prettamente analogico. Su queste solide basi arriva il settimo EP, due tracce che segnano la maturazione di questo lungo percorso evolutivo che, richiamandone costantemente i fondamentali, parte da Detroit  ed approda in terra teutonica nutrendosi tanto dei preziosi insegnamenti dub di scuola Basic Channel quanto di quelli attualmente divulgati dalla scena della capitale tedesca ad opera di label quali Ost Gut Ton, Dolly e Do No Resist The Beat.

Lato A occupato da “Poles” che affascina per l’impianto minimal dub intelligente e destrutturato da cui affiora l’ottimo lavoro fatto su eco e riverbero ben utilizzati per modulare un’algida frequenza pseudo-melodica che si affaccia asimmetricamente sulla linea della drum machine. Percussioni, ritmica accurata ed un sottosuolo popolato da oscuri microsuoni completano una traccia di sicuro interesse per minimalisti e non.

Ma è “Magnetic Fields” che ci regala l’emozione più forte. Siamo in pieno territorio “millsiano”, dove la 909 più spietata infrange tutto e tutti. Cassa potente, sub e vaporose dilatazioni trascinano un martellante suono industriale mentre un propellente giro di clap si innesta alla perfezione generando energia sufficiente a saziare il techno club più esigente. Atmosfere e dinamiche tanto care in casa Purpose Maker quanto in quella M-Plant e che omaggiano doverosamente i giganti di Detroit.

Un’ottima uscita che coinvolge anche gli Shadow Sync nel mantenere vera la voce che, a volte, rimbalza sui media più quotati: “Italians do it better”…anche in ambito elettronico.
Vero o falso che sia, di sicuro non restano a guardare gli altri.