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Album Reviews /

Ekoplekz Four Track Mind

  • Label / Planet Mu
  • Catalog / ZIQ353
  • Format / Vinyl
  • Released / 08/2014
  • Style / ,
  • Rating /
    8.5/101
Ekoplekz ‎– Four Track Mind

Nick Edwards, sull’ onda di Unfidelity, album da lui precedentemente realizzato, continua viandante con il suo screening analogico/sensoriale.
Si presenta con un doppio LP in vinile in versione limitata supportato dalla Planet Mu records. L’aria di Bristol e zone limitrofe appare particolarmente ascetica in questo caso. Dalle reminiscenze post-dubstep e post-punk che il luogo d’origine gli ha donato, Ekoplekz elabora un composto di undici brani in cui la similitudine è dichiarata irreale sin dal primo; si tende a tener ben stretta e pietrificata l’immagine, mentre la descrive, con la sua composizione musicale. Loops intrinsechi sin da Ariel Grey, brano d’apertura, contingenze non concepite direttamente, ma per generazione, prodotte per influenza di un moto che sviluppa.

 Ekoplekz In Meek Street e D’Vectif, il ritmo si concretizza più lentamente, con drum machine analogiche, il suo ragionamento risulta traslato e l’ombra di esso incorporea; mette a disposizione tecnica ed esperienza a qualcosa che permette il movimento del calore naturale. Il tessuto connettivo di Interstice si presenta solenne come un pianto per la distruzione di un Tempio che al contempo invoca l’intervento di un vendicatore. Death Watch mira all’ essenziale, in questo caso alla figura insana che vuol figurare, uno spazio breve di 1:22 minuti, creato appositamente per quel tempo trapassato “relativo”. Alla volta di Four Track Mind pare incontrare un Ekoplektz scosso dalla parte più segreta del cuore umano, sembra aprirsi e che quella lunga e tortuosa via che percorreva prenda vita in una dolente, non in senso negativo del termine, sonata.

Attraverso un filtraggio di un eco cerca nutrimento di pensieri laddove vi sono pensieri contrari che lo impediscono. Non mi resta che chiudere il cerchio, il suo sorprendente cerchio, citando Fox Eyes, momento che si può descrivere come l’incipit di una “fase allegorica”, accoglienti melodie che ci lasciano con un fine margine di un ritratto in cui i particolari non tendono a palesarsi, proprio perché potrebbero distogliere la trasmissione del significato. Molto consigliato.