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Single Reviews /

Borngraber & Struver Urlaub

  • Label / M=minimal
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Giugno 2011
  • Style / , ,
  • Rating /
    10/101
Borngräber & Strüver – Urlaub

Hanno fondato una label che sta cercando di ricongiungere Berlino  con un passato troppo spesso messo da parte negli ultimi anni, quello di quel suono teutonico originario che partendo da primordiali macchine ha abbracciato le chitarre per scrivere pagine e pagine di storia. Lo hanno fatto pubblicando uno dei maggiori artefici del pensiero minimalista, quel Conrad Schnitzler che a partire dagli anni ’70 ha sperimentato in lungo e in largo, arrivando a fondare un gruppo statuario come i Kluster. Hanno poi dato una loro visione aggiornata del pensiero, pubblicando lo scorso anno un album illuminante come “In G”.

Sono Christian Borngräber e Jens Strüver, musicisti ed amici di vecchia data, nonché collezionisti di dischi e Dj.

Se con “In G” percorrevano un’idea che tendeva a rimanere per alcuni versi tradizionalista nelle ambientazioni ed in quell’utilizzo dei suoni con fare melodico che lascia trasparire una certa ricerca del formato canzone, con questo nuovo “Urlaub” la loro musica compie un passo in avanti, creando di fatto un ponte tra l’organicità di quelle strutture derivanti dal Krautrock ed un’idea di techno più vicina alla mente che alle gambe.

La risposta a tutto è contenuta nel brano d’apertura, “Reise” , sedici minuti che raccontano la storia di un progresso, quello fatto dalla musica elettronica in una maniera che non posso non definire intelligente. C’è tutto un gioco di atmosfere in sospensione con il “trillo” del piano ad accompagnare un sottofondo sporco ed oscuro, è un crescendo meraviglioso subito ritmato dalla cassa e dalle maracas in dissolvenza. Alcuni flebili segni d’apertura man mano che i minuti passano, ma il grosso si gioca in profondità, tra sovrapposizioni di synth e ritmiche, aspettando la tanto attesa chitarra che senza far troppi complimenti arriva e devasta ogni cosa. Leggere alla voce “impariamo a fare musica”.

“Berlin Tribal Music” cerca invece di rispondere a quell’esigenza di electro purtroppo un po’ persa tra i tedeschi, quando loro stessi dovrebbero essere i primi a riconoscersi in questa forma musicale fortunatamente tenuta viva tanto in Olanda quanto in Scandinavia. Anche qui a vincere è l’oscurità, in termini compositivi di altissimo livello che mettono in risalto capacità di gestione dei suoni veramente notevoli. Un vorticoso turbine elettronico nel quale poter intravedere l’Africa.

Non soddisfatti, una chiusura incredibile con “Dancing Queen”, e qui la regina torna ad essere la chitarra, questa volta in una forma solare che lascia intendere tramonti balearici. Grandi accordi in viaggio con la batteria che lasciano man mano spazio ad un vortice acido dal basso che prende il “palco” per pochi istanti, pronto subito a restituire la scena agli accordi. Groove e melodia sono al top.

Borngräber & Strüver sono il top!

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