New York
Chicago
Detroit
Den Haag
Album Reviews /

Stormloop Snowbound

  • Label / Glacial Movements Records
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 11/2011
  • Style /
  • Rating /
    9/101
Stormloop - Snowbound

La romana Glacial Movements records firma un nuovo eccellente capitolo in una saga ambient isolazionista portata avanti con dedizione pura e ricerca mirata in un sottobosco dell’elettronica di assai difficile interpretazione. Una label per appassionati veri, per ascoltatori, persone che dedicano del tempo alla musica cercando di assimilarne ogni linea, segmento o frammento che sia.
L’estetica della Glacial Movements è quella delle grandi distese artiche, magici scenari nei quali viene quasi naturale accostare candidi suoni. Un percorso che ormai vede una presenza assidua, con qualcosa come tredici album pubblicati dal lontano 2006.

Questo nuovo viaggio è affidato alle composizioni di Kevin Spence da Leeds, musicista che scopriamo attivissimo su piattaforma Bandcamp con numerosi album in free download.
Per questo suo debutto ufficiale Spence ci fa perdere in 10 meravigliose suite notturne caratterizzate da lunghissime note di piano lasciate echeggiare fino all’infinito, accarezzate con delicatezza da rugiada elettronica lasciata cadere con femminile grazia. Sin dal primo brano è intuibile questa sorta di manto magico che avvolge l’intero lavoro, che a differenza delle passate release della Glacial affronta delle tematiche più avvolgenti.

Non che questo vada minimamente a scontrarsi con le linee sonore finora vissute, semplicemente ci troviamo di fronte ad un nuovo modo di immaginare il tempo e lo spazio, sublimandolo di grazia elettronica fornita ora da intriganti stelle cadenti, ora da field recordings di torrenti, ora da inestricabili nebbie.

Le note del piano vengono lavorate al fine di trasmettere di volta in volta sensazioni differenti, da lunghi riverberi su suonate classiche a metallici “pizzichi” proprio sulle corde. L’immaginario è senza ombra di dubbio quello dei paesi costieri norvegesi in quegli incantati inverni nei quali i cieli si tingono di colori impensabili e sfumature piene di sentimento. E’ proprio in un immagine così nitida che possiamo trovare l’equilibrio perfetto con la musica proposta da Stormloop.

Verso il finale due piacevolissime anomalie, la prima in occasione del brano “Loosing Sleep”, una soffocata dinamica che a ben sentire potrebbe celare un’esplosione materiale che invece non arriva lasciandoci però le membra scosse da una sinusoide fortemente alterata ed accompagnata da quella che potremmo immaginare come una ritmica industriale passata al setaccio.

Poi nella seguente “Space Station” dove ad uscire dal coro è il suono di una chitarra che scivola in sottofondo in un brano stellare che si concede anche l’introduzione di una voce femminile.

Un nuovo gioiello per le vostre fredde notti invernali.

Redazione Written by: Pubblished: