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Album Reviews /

Richard Devine Risp

  • Label / Detroit Underground
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 12/2012
  • Style /
  • Rating /
    8/101
Richard Devine - Risp

Richard Devine ha completato la mutazione diventando di fatto un organismo alieno. Era prevedibile, se mai avete assistito ad un suo liveset potrete capire la portata di quel che sto descrivendo. Vien difficile persino definirlo un musicista, lui è un tecnico, un matematico del suono, un compositore che negli ultimi anni ha dedicato tutti gli sforzi a progettare un sistema di sintetizzatori modulari personalissimo, ed un processo di generazione dei suoni derivante da un algoritmo intricatissimo che ha poi portato alla gestazione di questo attesissimo nuovo album intitolato Risp.

Mancava all’album da ben sette anni, da quell’ultimo e non del tutto messo a fuoco “Cautella” per la Sublight Records, che seguiva il capolavoro “Asect:Dsect” per la Schematics.

Questa volta ad occuparsi della sua musica è la Detroit Underground, buona label di elettronica sperimentale messa su da Dj Kero e per la quale sono passati artisti come Phoenecia, Otto Von Schirach, Phon.o, Scan 7, Jimmy Edgar ed altri ancora.
Ad anticipare l’album su CD ci ha pensato un dodici pollici rilasciato ad inizio anno e che già lasciava intendere la natura del tutto libera del lavoro in questione, ed ora ecco arrivare in forma compiuta questo disco composto da undici brani più tre remix che ci catapultano in tutto e per tutto fuori dal tempo.
Erano anni che non si sentiva elettronica sperimentale e vorticosa così ben fatta e godibile, pensare poi che tutto derivi da austeri calcoli matematici vien veramente da sorridere.

Il disco è un pianeta a se, un mondo abitato da sonorità aliene, micro frammenti, tensioni e costrutti del tutto casuali, ed è proprio nella sua libertà d’espressione che trova logica e ragion di vita questa massa di sonorità che potete credermi, riesce ad essere brillante e coesa. Fate conto al vecchio suono degli Autechre ma ancora più delirante, a certa elettronica primordiale a la Pierre Schaeffer che ne consacra la natura puramente sperimentale.
E’ un viaggio in un ambiente concepito in vitro, ma nel quale troverete tutto il calore che i suoni di matrice analogica sanno regalare. E’ un disco che presuppone una totale apertura mentale, una predisposizione alla ricezione del suono nudo e crudo, una sana voglia di abbandonarsi ad un’esperienza differente da tutto ciò che “gira” in questo momento.

Bentornato Richard!