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Cosmic Metal Mother Rat’s Poem

  • Label / Panacustica
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Sept 2010
  • Style / , ,
  • Rating /
    10/101
Cosmic Metal Mother - Rat's Poem

Come in una maledetta notte interrotta dalle grida di un licantropo. Oscurità, nebbie ed un marcato senso d’insicurezza. Poi le prime gocce, proprio quando ad irrigidire la tensione si eleva tuonante la scia sincopata del piano, con lentezza, come a voler raccontare il tempo passato insonne trascinato via dal suono di vecchie soundtracks.
 
Cosmic Metal Mother torna con un nuovo disco che è pura poetica elettronica, qualcosa di così forte e sentito da non sembrare neanche terreno.
Una marcia dura dove sintetismo e fisicità si incontrano regalandoci un’ alchimia pregna di sentimento.
“Rat’s Poem” è qualcosa che suona come tante altre insieme, suona electro, disco, soul, dipinge con pennellate decise uno stato d’animo che inesorabilmente ci conduce in uno scenario notturno fuori dalla linea temporale, impersonabile, allo stesso modo, in passato, presente o futuro.
Qualcosa che può riuscire soltanto ad un classico, Rat’s Poem è un classico.

Pensato, scritto ed eseguito dalla mente di Paolo Di Nola (leggi l’intervista), un’ artista che dalla nicchia più recondita della città più antica del mondo stà muovendo le sue pedine rasentando con un istinto che non esiterei a definire animale, l’eccellenza.

Il disco è il secondo per la sua label Panacustica, ed esce in tiratura limitata proseguendo il già grandioso esordio con Twice.
Ad accompagnare (e rivisitare) il brano d’apertura è la volta di due artisti come M.I.A. (Stay Gold) e Prins Thomas, ed è proprio Michaela Grobelny, qui in Stay Gold sembianza, ad offrire la prima reinterpretazione del brano con un remix basato su due punti fermi come una cassa regolare ed un lunatico synth, man mano accompagnati da piccoli splendenti gorgheggi di bassline che ci offrono la visione di una calda penombra tra il cemento della Motor City.

Prins Thomas fa di più, entra nel brano, lo fa suo, lo spoglia per poi rivestirlo di un nuovo traino che è puro splendore cosmico, abbraccia la chitarra e lascia partire un racconto che parla diretto al cuore, scrive una linea di basso potentissima e la lega con precisione millimetrica a cassa, tamburo e piattini.
Fa semplicemente quello che dovrebbe essere ogni remix.

Disco per l’anima, vietato mancare l’appuntamento.

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