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Single Reviews /

Desolate The Invisible Insurrection

  • Label / Fauxpas Musik
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Gennaio 2011
  • Style / ,
  • Rating /
    10/101
Desolate - The Invisible Insurrection

Un racconto che parla delle troppe uscite discografiche, di musica che non verrà mai ascoltata, di sciamani, di web e di certezze.

Percorrendo la strada a ritroso arrivo a dicembre 2009, una mail come tante altre, una distribuzione che inviava un lungo elenco di files da scaricare, cerchi di far tutto, inevitabilmente qualcosa rimane fuori. Ma quando, anche di sfuggita leggi alcune parole, la punta del ricordo rimane in sospeso, ad attender qualcosa.

Settembre 2010. Dall’altra parte del mondo c’è uno sciamano che ipnotizza migliaia di persone, siamo nel nord del Giappone, lo sciamano si chiama Donato Dozzy ed il festival è il Labirynth.

Passano pochi giorni ed iniziano ad arrivare i primi video dell’evento, molti come al solito e tutti interessanti, ma ce n’è uno in particolare che desta da subito un forte interesse, è un video in cui Donato lascia partire un disco stupendo, qualcosa che sale dal basso per addensarsi e catturare l’attenzione di tutti, è un momento altissimo, destabilizzante, commovente. Donato è in lacrime, suppongo non sia stato il solo.

Iniziano le ricerche, forsennate, avide, passando al setaccio, a memoria, tutte le label e gli artisti che negli anni l’uomo ha osato proporre, cercando collegamenti e quant’altro, nulla.
Spunta una pista: “è un brano dei Massive Attack contenuto in un’edizione per il mercato inglese di 100th window”, una traccia untitled nascosta nel terzo vinile!
Un’informazione che non ha bisogno di esser ripetuta 2 volte, partono le prime 30 sterline su discogs, con fitto scambio di mail col venditore per assicurarmi che fosse proprio quella release. Arriva il prezioso pacco, parte il brano, tremo visibilmente, non è lei. Sconforto.

Non passa che qualche giorno ed appare un commento sotto al video continuamente monitorato, è un abbaglio che trafigge i cieli: “Desolate – Heroic Death EP / Fauxpas 001”..l’angelo che arriva per salvarci risponde ad un nickname: “deepchord84”, batte forte il cuore, e come una freccia dolente quel nome sembra indicarmi qualcosa, corro nella casella email, comincio a leggerle tutte, dicembre 2009, eccolo lì, pronto per esser scaricato.

Un disco che probabilmente non avrei mai ascoltato. C’è troppa musica. Per fortuna ci sono ancora gli sciamani. Di nuovo quel dannato discogs, altre 30 sterline, lo faccio mio.

Non si sa nulla di questo Desolate, sulle prime il progetto viene accreditato a Quantec, un ottimo produttore di dub techno, prendo la notizia come viene, in fondo potrebbe anche essere. Nel frattempo mi iscrivo alla newsletter della Fauxpas, rischiare oltre sarebbe da stupidi.

Arriva la pomposa email che annuncia il pre-order per l’album di Desolate, due click e parte l’acquisto, senza neanche ascoltare la preview.

Qualcosa è visibilmente cambiato, ganci metallici, lucchetti che saltano, casse traballanti ed una pressione che rimanda ad oscure profondità marine, l’ipotesi Quantec non sta più in piedi. Un lavoro di stretching sulle parti vocali che fa sudare freddo, un’ombra che è un delitto anche solo pronunciarne il nome.
C’è un elemento però che non fa quadrare del tutto i conti, un pianoforte troppo insistente, dolce, pulito, una melodia tanto semplice quanto toccante che non ha mai soggiornato nei sobborghi di Croydon.

C’è un nuovo equilibrio tra le parti, sfrutta il tenebroso mix di tagli su campioni metallici, le dinamiche sbilenche ottenute dallo stiramento delle voci e la caligine stratificatasi sull’insieme per creare un flusso allo stesso tempo delicato e pungente che profuma di nuovo, compensandolo con le delicatissime note del pianoforte. In un’analisi più profonda anche le voci smettono d’essere dei semplici inserti per ritrovare una dimensione più umana, quasi tangibile. I brani si susseguono in un getto continuo, sinuoso, toccante, note e battute instaurano un legame indissolubile che senza alcuna esitazione continua fino alla fine.
Nettare per ogni amante della musica, senza bisogno di definizioni, perché sarebbe oltremodo superfluo parlare di ambient, di garage, di mutazione o di qualsiasi altra cosa. I sentimenti che Desolate riesce a far emergere sono molto più di qualsiasi parola ben spesa.

Con certezza pressoché assoluta possiamo rivelarvi che tutto questo è opera di Sven Weisemann, troverete ogni singola nota di pianoforte nel suo bellissimo album dal titolo “Xine”, vi sarete sicuramente emozionati con un altro capolavoro del calibro di “Light Soil EP”, forse vi sarete immersi nel doppio 10 pollici rilasciato soltanto qualche mese fa dal titolo “Sole Exception EP”. Un talento.

Ora vorrei essere nella testa di Burial, sapere cosa pensa ed in che modo si manifesterà di nuovo.
La storia nel frattempo aggiunge una nuova pagina che brilla di una luce vivida e radiosa.

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