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Meschi Shifting Harbour EP

  • Label / Lunar Disko Records
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Giugno 2011
  • Style / ,
  • Rating /
    10/101
Meschi - Shifting Harbour EP

Un esordio importante per chi segue certi giri, parliamo di un forum come Robots for Robots, piattaforma olandese nella quale Paul Mitchell aka Meschi ha rifornito gli utenti di splendidi mixati che negli anni sono stati un vero e proprio faro per chi come noi è sempre, famelico, alla ricerca di musica.

Recente anche un altro progetto importante come “This Is Our House”, blog/webzine dove Paul insieme a suo fratello ed un amico portano avanti un discorso di ricerca sofisticato e vero.

Poi l’ottava release della Lunar Disko, label che supportiamo da sempre e che con questa nuova release si conferma una delle etichette più ispirate del momento.

E’ incredibile constatare come Meschi trovi subito la quadra centrando in pieno un mood ibrido tra dance e sperimentazione, arrivando persino ad osare un’apertura ambient che suona proprio come dovrebbe essere l’ambient.
“Sur La Rote”, un crescendo d’emozioni tra “l’ribollir dè synth” e le note di una tastiera in fiamme. A chi può riuscire d’aprire il disco d’esordio con un monumentale brano ambient di questi tempi? Soltanto a chi ha metabolizzato anni ed anni di musica scritta con il cuore. Una testimonianza quanto mai veritiera di cosa voglia dire avere delle idee, perché parliamoci chiaro, la classe è riposta nell’idea, sta poi alla tenacia ed alla ragione riuscir a trovare il modo di scriverla e rappresentarla.

“Raining In Here” aggiunge il battito e prosegue su quella linea in profonda introspezione nella quale l’uomo riesce a cavarsi da dentro tutto l’amore possibile. E’ la sua musica in fondo, è bene onorarla del meglio, questo è quello che chi fa dischi dovrebbe capire. Meschi è l’house proprio lì dove l’house è una radiografia che mette a nudo il corpo lasciandone intravedere ogni cosa. Un brano lento che ti entra nell’anima con quelle sospensioni astrali così calde da farti poi entrare il ritmo nell’anima.

“East Coast Way” esce leggermente allo scoperto tributando apertamente certa deep house d’oltremanica, lo sguardo puntato a Chicago, la testa e le gambe a seguire un favoloso giro di piano, i fischietti e l’imperante basso. E’ di nuovo House, maiuscola d’obbligo.

“Silent Streets” affonda sulle percussioni in apertura, dimensionando un tribalismo urbano scheletrico e di immane potenza per poi affondare sotto un basso “torcibudella” che anticipa un pad ancestrale a creare il giusto pathos per l’ingresso del micidiale raddoppio ritmico e del bassline sul finale.

Eccovi servito uno dei vinili più eccitanti della stagione, scritto e suonato da un Dj che ha sempre ascoltato e proposto musica divina, uno che ha saputo cogliere, provare ed infine riuscire. Vi è piaciuta la storia?
Il disco vi farà innamorare.

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