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Single Reviews /

Bee Mask Vaporware/Scanops

  • Label / Room40
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 10/2012
  • Style / ,
  • Rating /
    10/101
Bee Mask - Vaporware/Scanops

Il nome di Bee Mask è cominciato ad uscir fuori con insistenza da quando la Spectrum Spools ha pensato bene di ristampare su vinile un suo nastro intitolato “Canzoni dal laboratorio cosmico” nel 2010.

Da li è partito un arrembaggio alla scoperta di questo straordinario musicista al quale è poi corrisposto anche un nome ed un cognome, Chris Benedetto Madak.
Come spesso accade di questi tempi, Madak è un figlio del noise, uno di quei musicisti che si è sempre mosso in ambienti ultra-underground con produzioni e musica difficilissime, stampando poche copie su cassette e/o Cdr.

Non è certo per quegli esperimenti così duri ed incomprensibili che sta salendo alla ribalta ora, intendiamoci, quelle rimangono opere destinate a far breccia in scantinati bui e locali di “quart’ordine”. Bee Mask ha una seconda anima legata al versante angelico del suono dei sintetizzatori, alle influenze cosmiche bagnate di new age, quindi a quel paradisiaco e rigoglioso universo si musica ambient dal sapore antico.

Dopo la ristampa del 2010, sempre per la Spectrum Spools è ucito un secondo vinile compilation nel quale sono stati raccolti brani che andavano dalla drone music al noise passando per felici divagazioni classiche ed accenni cosmici, un buon punto di partenza per capire la versatilità del musicista e la gamma di sonorità nelle quali si muove.

Questo “Vaporware / Scanops” viene invece stampato per la Room40 e presentato come LP, al suo interno due lunghi brani, il primo da tredici ed il secondo da quindici minuti, un disco  destinato a lasciare il segno, perchè ci consegna un Bee Mask totalmente immerso in un suono analogico che è estasi pura. Due autentici viaggi nel cosmo che attraversano scenari, emozioni e sentori disparati. Da un lato il costante flusso si sonorità acquatiche che simboleggia l’estetica di questa nuova corrente di sintesisti che sta rilevando quello che è stato il passato dei corrieri cosmici tedeschi, dall’altro un dettaglio ipnotico ed una cura del dettaglio quasi maniacale che sembra quasi andar a scontrarsi con la libertà espressiva delle melodie ma che in realtà sorregge i brani con estrema maestria. Brani che rilanciano anche il suono ambient in una forma che ormai stavamo dimenticando, sommersi dai droni ferrei e privi di alcuna musicalità degli ultimi anni.

Questo suono ci parla, è capace di condurci in un viaggio nuovo che parte dalle profondità marine per arrivare nello spazio, consegnandoci anche gli spunti per una ricerca a ritroso alla scoperta dei pionieri che questo suono lo hanno inventato. Se è vero che non è nulla di nuovo, lo è altrettanto il fatto che mai in questo momento c’è bisogno di musicalità ed armonia, di scritture funzionali e dialettiche vicine alla nostra anima.

Vaporware / Scanops è tutto questo.

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