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Giant Claw Mutant Glamour

Giant Claw ‎– Mutant Glamour

La nuova rinascita newyorkese non passa soltanto dai dischi della L.I.E.S., Brooklyn è una fucina creativa che in quest’ultimo anno ha fatto letteralmente i fuochi d’artificio. A far parte di questa “nuova vita” è senza alcun dubbio anche la Orange Milk Records, un laboratorio nel quale, durante gli ultimi due anni, sono emerse realtà sperimentali dal gusto raffinatissimo, oltre che ottimi dischi nei quali l’improvvisazione è stato l’elemento più deciso ed impattante.

L’etichetta, nata con l’intento iniziale di produrre cassette ha da poco iniziato a pubblicare i suoi lavori su formato vinilico regalandoci grandi perle come quest’album di Giant Claw (che dovrebbe rispondere al nome di Keith Rankin) dal titolo Mutant Glamour.

Si tratta di dieci brani di elettronica mutante dove il suono è formato da migliaia di frammenti e campionamenti vari messi insieme in uno stato di grazia unico riuscendo in molti casi a restituire una forma canzone compiuta che è piacere puro nell’ascolto.

Ad esempio un brano come “Empire Of Summer” è un esempio eclatante del genio di Giant Claw che riesce nell’impresa di metter insieme un brano elettronico articolatissimo che fa gli inchini tanto al free jazz quanto al folk utilizzando un linguaggio complesso fatto di sovrapposizioni ed incastri fuori di testa ma estremamente funzionali. Nella seguente “Glitter Logic” invece vira deciso verso atmosfere New Age in una sorta di limbo vitale fatto di suoni sintetici, xilofoni e note di piano, tre minuti, uno spaccato osservato a gran velocità ma che allo stesso tempo riesce ad essere esaustivo.
La sua forza è proprio quella della sintesi, Giant Claw cattura soltanto gli attimi indispensabili riciclandoli in un suono nuovo.

“L.A. Christ” è John Carpenter a velocità supersonica, un’arrampicata vorticosa con i sintetizzatori a sputar fiamme e le melodie incendiate a danzare su questo corpo sinuoso. Con il passare dei minuti poi queste saette elettriche sembrano mutare verso una soluzione più solare, salgono su, imbracciando la coda del paradiso, aprendosi in una parata finale che vi farà drizzare tutti i peli, un brano epico, un finale mondiale!

“Mutants in the Bedroom e Body Science” tagliano corto e pesante un attacco sonico senza precedenti, con milioni di strati fatti confluire in un canale centrare controllato dalla mente di Giant Claw, “Man Or Cream” è pura pasticceria techno-game in odor di 8-bit music, un’estetica ’80 soltanto sfiorata ma mai ostentata, un brano a suo modo geniale.

“Trapped in the Mirror” chiude il lavoro con oltre otto minuti di musica persa tra orge di tastiere, pads grassi e raggi sintetici che si intrecciano all’infinito in un torrente analogico messo sotto pressione e spedito nello spazio sempre con quel tocco d’ironia che contraddistingue la musica di Giant Claw.

Se avete voglia di qualcosa di nuovo questo album è qualcosa di pazzesco.

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