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The Exaltics meets Elec PT 1 The Exaltics meets Elec PT 1

  • Label / Solar One Music
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 02/2013
  • Style / ,
  • Rating /
    8/101
The Exaltics meets Elec PT​.​1

The Exaltics manda alle stampe il terzo capitolo della serie “Meets”, dopo le prime due uscite rispettivamente al fianco di Gosub e Morphology, questa volta ad esser chiamato alle armi è il guerriero tedesco Andreas Gehm, uno che si è fatto conoscere già in zona inferno con una serie di micidiali 12 pollici per la Mathematics a suo nome e sulla Bunker Records con la ragione sociale di Elec Pt.1.

Le sue coordinate sono quelle di un suono Acid irruento, fisico. Un suono che a più riprese ha fatto flirtare con l’electro e con l’house riprendendo l’estetica chicagoana dei tempi che furono.

In questo split Ep, al solito, ci vengono presentati quattro brani, due per The Exaltics e due, appunto, per Elect Pt.1.

Inizia il padrone di casa che confeziona due incredibili affondi in bilico tra techno, house ed acid, forse uno dei primi esempi di track totalmente dancefloor oriented per l’uomo. Il primo brano, “The Midnight Connection” è un incredibile esempio di melodia, potenza ed incisività della bassline, supportate da un ritmo incessante ed ipnotico.

Il secondo brano, “Nichts aber auch nichts”, mantiene l’assetto acidulo con la 303 spremuta in tonalità  ultra-compresse, qui la grande forza sono i raddoppi ritmici ed i pads che creano la giusta suspance su un corpo anche qui spudoratamente orientato alla pista.

La b-side vede salire ai comandi Elec Pt.1 che esce allo scoperto che quello che è il suo mestiere, l’acid. “Drei Chinesen mit dem Acidbass” si lega alla perfezione con la A2 di The Exaltics, offrendo una 303 spiegata, grande uso dei piattini e le percussioni che entrano sfalsate facendo guadagnare al brano la giusta carica.

Il secondo brano, “The Player” è un esperimento piuttosto diverso dall’usuale estetica dell’uomo che qui inserisce un campione vocale femminile che dona leggerezza alla cassa dub cavernosa che incide con fare regolare, ai synth che sprigionano bagliori ed all’andamento generale in stile “marcia” che si contrappone perfettamente alla scelta del vocal. Brano incredibile, disco distruzione.