New York
Chicago
Detroit
Den Haag
Single Reviews /

Claudio Fabrianesi Cosmic Kabul

  • Label / Wonder Wet
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 04/2013
  • Style / ,
  • Rating /
    8/101
Kosmic Kabul

Claudio Fabrianesi c’è sin da quando Roma era impegnata in quella rivoluzione musicale che oggi tutti conosciamo.
Un Dj, uno di quelli solidi, veri, un gusto invidiabile, una tecnica eccellente ed un senso musicale sviluppatissimo. Accanito collezionista di vinile, da qualche anno il Dj resident delle notti targate Alchemy nella capitale.
Negli anni ha contribuito attivamente dando vita a due label underground come la Citymorb prima e la Còclea poi, mettendoci in contatto (e qui il ringraziamento vale doppio) con il talento dei Commodity Place.

Cosmic Kabul è il suo primo vinile solista, che segue di tre anni il dodici pollici composto insieme a Donato Dozzy intitolato Disco Infecta ed ancora al various artists per la Attic Music dove era presente un suo brano composto insieme a Fabrizio Lapiana.

Tutto il background musicale di Claudio è concentrato nello splendido brano di apertura, lo stesso che da il titolo all’Ep, Cosmic Kabul appunto, un brano che oltretutto riflette la musica che ama proporre nelle ore iniziali dei suoi set.
Parliamo di un arpeggio balearico coi bpm sotto controllo, ed un crescendo progressivo di chitarra, percussioni e tastiere che furoreggiano con moto circolare creando quell’effetto tensione che trova poi la giusta esplosione nel corpo centrale del pezzo.
Gli elementi sonori ci conducono in territori psichedelici, la dinamica segue una linea che sale attraverso le percussioni, poi si apre con gli accordi di chitarra e trova di nuovo conclusione con quei battiti che avevano aperto la strada. Grandissimo brano!

B-side in immersione deep con il groove claustrofobico di Warm Reaction, un brano sorretto da una robotica ritmica minimale che chiude il cerchio intorno ad una programmazione ipnotica che, nella sua essenzialità, riesce a regalare una tensione eccellente per il dancefloor, mentre la melodia portante ha un’espressione aspra, quasi acidula.
Un brano da inserire nel centro della notte, lasciando che sia il buio ad amplificare il suo messaggio.

Un disco che risponde tanto all’esigenza di grooves che abbraccino vecchie memorie cosmiche quanto oscuri meandri techno.
Un esordio da collezionare.