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Album Reviews /

The Black Dog Further Vexations

  • Label / Soma Quality Recordings
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / may 2009
  • Style /
  • Rating /
    10/101
The Black Dog

Quando nel 2007 i The Black Dog tornarono prepotentemente sulla scena con la bellissima raccolta “The Book Of Dogma”, l’eccitazione delle teste techno salì alle stelle, soprattutto per via che la musica elettronica aveva urgenza di tornare sui suoi passi.
E “The Book Of Dogma”, possiamo dire, sia stato seminale proprio in tal senso.
Un disco nel quale tornare ad avere speranza, ed il fatto che a pubblicarlo sia stata una label come la Soma (che ricordiamo è atata fautrice di molta musica techno di nuova generazione) ha dato valore aggiunto a questo attesissimo ritorno.

D’altra parte, però, questi ricicli storici non sempre tendono a mantenere la rivoluzionaria integrità che in passato né determinò il successo, quindi, volendo fare i conti, il rischio di trovarsi di fronte un bel rimpasto di vecchie idee è pur sempre alto.

Questo in parte è successo anche con i The Black Dog, infatti, ascoltando le registrazioni di alcuni live suonati in giro per il mondo lo scorso anno, era palese quanto fuori forma fossero i loro suoni, troppo articolati e ruvidi, privi del necessario dinamismo e di qualsiasi cosa vicina al concetto di groove.
Inoltre, a sugellare questo grande ritorno, ci fù anche un album, “Radio Scarecrow”, disco che gettò di nuovo ombre su quanto fossero in grado di realizzare di nuovo i 3 artisti inglesi.
Non un disco da gettare, ma forse troppo perso a specchiarsi con il mito che fu la loro musica.

Tutta questa premessa è necessaria per entrare con forza dentro questo “Further Vexations”, nuovo album dei The Black Dog e finalmente, il disco che tutti aspettavamo.

Via le vecchie vesti a favore di nuovi accordi per tornare a volare e guardare al futuro, ecco a voi la musica techno targata 2009.
15 brani per un autentico sogno techno tanto oscuro quanto dannatamente funk. Questo è il suono che cercavamo ormai da anni, un ibrido perfetto tra groove, ipnotismo ed astrazione. Un luogo bastardo dover potersi immedesimare e vagare liberamente tra intricatissime trame e cunicoli imperversati da nuove sonorità e ritrovato dinamismo.

All’inizio sembra di ascoltare Monolake in una session all’inferno. “Biomantric L-if-e” è la traccia che apre il lavoro e ci proietta subito in un’atmosfera cupa e fitta di orpelli elettronici, una marcia caratterizzata da un incredibili frequenze basse che ci catapultano dentro l’anima nera della techno.
“0093”, seconda track e siamo già in un tunnel 4/4 fatto di oscurità e claustrofobiche visioni.
Visioni che tornano intermittenti durante tutto il disco, capaci di scostarsi completamente dalla ritmica per scivolare dentro atmosfere da sapore quasi ambient: “Phil: Because Ov, Indeed”, “Skin Clock” (e ricordi i Global Communication), “Later Vexations”, “Kissing Someone Else’s D.O.G”.

Nella trilogia “Nothern Electronic Soul”, brano diviso in 3 parti, avviene quello che possiamo definire il miracolo “Black Dog”, ovvero un autentico momento d’unione tra due mondi techno apparentemente distinti, quello analogico e quello digitale, che si manifesta attraverso una serie di grooves che percorrono scenari ora caldi sporchi e sensuali, ora millimetrici e dannatamente perfetti. Una musica definita attraverso un estetica minimalista che riesce a salvare e far suonare soltanto il meglio.

E se qualcuno di voi ha ancora voglia di ascoltare un brano che possa far gridare “Questi sono i The Black Dog!” non avrete che da selezionare la traccia numero 6 “CCTV Nation” per essere direttamente dentro le loro menti.

Further Vexations è, insieme, la techno di ieri, oggi e per il domani.

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