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Ulwhednar 1520

Ulwhednar ‎– 1520

Difficile mettere una pietra sul passato. Più facile collocarla in copertina. Per un esercizio di memoria collettiva, sin da titolo. 1520, non un insieme di numeri a caso, ma l’anno del ‘bagno di sangue di Stoccolma’. Un episodio rosso che, quasi cinquecento anni dopo, non passa inosservato da parte del duo Ulwhednar, composto da Abdulla Rashim e Varg.
Il loro concept album prende spunto dalle efferate azioni del re dei danesi, Cristiano II, che ordinò l’esecuzione di centinaia di cittadini svedesi, colpevoli di essersi rivoltati al suo dominio. Tra paesaggi innevati e riti pagani, il secondo full-lenght della Northen Electronics si pervade così di inquietudini e continui misteriosi riferimenti al passato locale.

 Ulwhednar ‎– 1520 Dal tumulo funerario all’ambient di Arke Fiene, l’apertura è senza luce. Colonna sonora ad hoc per cieli plumbei, quasi mai squarciati dai raggi del Sole. Bagliori analogici e pulsazioni techno irrompono in Stortget, nome della piazza della città vecchia al centro della capitale svedese, sede del massacro di novembre 1520. È il preludio a un vero martirio sonoro.
Le successive tracce, Kättarens Dom e Askan Från Bålet, si pongono come snodo post-industrial del disco: clangori, sibili e fantasmi in un turbinio di ceneri. Di roghi progressivi al ritmo di drone. Mistico furore della caccia alle streghe del XVI secolo. E il locked groove di I Evigheten I a serrare i ranghi del lato A per un loop industrial, praticamente, interminabile.

Dagli eretici da condannare a ciò che è sepolto sotto il ghiaccio, oltre a novantadue pietre bianche: Begravd Under Is e De 92 Vita Sternara. Titoli fuorvianti, o poco decifrabili, che si caratterizzano per la spinta isolazionista delle sonorità impiegate. Meccanica fredda: nessun compromesso compositivo. Allucinazioni tra riverberi sintetici e distorsioni della bassline.
Infine, Midvinter. Tributo al solstizio d’inverno, il giorno con meno ore di luce durante l’anno. Avvolta in una coltre dark ambient, è l’evocazione sonica di un mondo abitato da ombre. L’ultimo scossa giace, invece, ancora tra i solchi del lato B. Si tratta dell’ennesimo locked groove, I Evigheten II, per non far diradare mai il noise di fondo. O la nebbia sulla Scandinavia.