New York
Chicago
Detroit
Den Haag
Album Reviews /

Technova Electrosexual

  • Label / Hydrogen Dukebox
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 2004
  • Style /
  • Rating /
    5/101

Con il precedente “Dirty Secrets”, David Harrows aka Technova era riuscito a delineare alcune linee guida che potevano far ben sperare nel crescente fenomeno electroclash, “Dirty Secrets” infatti ha avuto il merito di far convivere dei riferimenti pop vocali molto delicati con delle ritmiche semplici ma ben studiate, che lasciavano traspirare un ragionamento molto colto in fase di composizione. Fresche rivisitazioni del suono electro erano quindi state fissate e Technova era riuscito a superare un esame abbastanza duro, visto la quantità di materiale (nell’80% dei casi di pessimo livello) venutosi a creare nel pieno del nuovo trend che ha visto orde di neo/punk riversarsi nelle strade.
Uscire poi su una prestigiosa label come la Hydrogen Dukebox (Metamatics, James Hardway, The Black Dog..) ha permesso che Harrows potesse per la sua terza uscita lavorare con delle prerogative, anche in termini di investimenti che potessero dar luce a quello che sarebbe potuto essere il suo capolavoro.
Electrosexual è il nome di questo suo nuovissimo lavoro, un cd ben confezionato, con una copertina molto elegante e minimale, la scelta del nome anch’esso semplice ed al tempo stesso coinvolgente, ma di fatto, ascoltando il lavoro, quel che di buono Harrow era riuscito a creare, mi passa davanti allontanandosi pian piano e svanendo nel nulla. Le tracce di Electrosexual mancano di una vita propria, l’eleganza e la leggerezza compositiva vengono completamente a mancare, forse proprio per la scelta di affidare gran parte delle parti vocali alla provocante (ma poco elegante) voce di Vaginal Davis, trans/singer di Los Angeles, si nota infatti un rigonfiamento grossolano delle parti sonore, che non fà che scaturire un output che ben si presta alle critiche di dovere verso l’electroclash.
Indubbiamente si nota una certa mole di lavoro, ma è forse la parola troppo interpretata nel suo valore di pesantezza che può ben chiarire l’impatto che questo lavoro rilascia.
Magari avrà anche il suo mercato, e forse spezzo una lancia a favore della traccia numero 8: Mangina, l’unica che in qualche modo mi delizia, forse è tempo di lasciar da parte le influenze di mercato e lavorare di più sulle strade che la ragione aveva dettato.

Redazione Written by: Pubblished: