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Album Reviews /

Robag Wruhme Thora Vukk

  • Label / Pampa
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Apr 2011
  • Style / ,
  • Rating /
    8/101
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Abbiamo già parlato, in questa sezione, di Robag Wruhme all’inizio di quest’anno a proposito dell’ottima selezione mixata “Wuppdeckmischmampflow”, annunciando in sede di recensione l’album in arrivo. L’album è infine arrivato, ha per titolo “Thora Vukk”, esce per la Pampa di DJ Koze e segna una tappa cruciale per la carriera artistica di Gabor Schablitzki (vero nome di Wruhme) dopo lo scioglimento del duo Wighnomy Brothers.
Sin dall’iniziale “Wupp Dek” si ha l’impressione che “Thora Vukk” possieda tutte le premesse per essere un gran disco: tono dimesso, arrangiamento scarno (solo in apparenza), astrazioni sonore tra ambient e glitch con un finale in crescendo, traccia perfetta per introdurre l’album. Un brano che fa il paio, per caratteristiche e attitudine, con l’ipnosi generata dalla successiva “Thora Vukk”, suoni crepuscolari e introspettivi caratterizzati da accenni orchestrali; title-track non per caso, considerando che proprio in seguito all’ascolto, DJ Koze ha incoraggiato Wruhme a sviluppare le idee nel formato album.
La bella melodia soave di “Pnom Gobal”, punteggiata dalle sporadiche voci rassicuranti sui giochi dalle vaghe influenze gamelan, rappresenta sicuramente uno dei punti di forza dell’album e una delle tracce più riuscite tra le dodici contenute che scivolano nei pacati scenari bucolici descritti in “Tulpa Ovi”, un’istantanea dai sapori jazz risalente al biennio 2004-2005 maldestramente danneggiata dagli inutili campioni vocali.
Cornice dell’album cinque brevi episodi (mai oltre i due minuti) con la funzione di legare i brani portanti, idea non particolarmente originale, ai quali avremmo preferito sicuramente un paio di ulteriori tracce compiute.
“Thora Vukk” suona crepuscolare, ambient, minimale, a tratti malinconico, a tratti sperimentale, con inaspettate ripartenze ritmiche (mai sopra le righe) che rientrano ordinatamente nei binari di partenza per rispettare il disegno complessivo dell’album concepito da Wruhme. Un lavoro eccellente ripiegato su sè stesso che scorre in flusso continuo di emozioni, frutto della maturità e della sensibilità del produttore tedesco.
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