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Album Reviews /

Trickfinger Trickfinger

  • Label / Acid Test
  • Catalog / ATLP-05
  • Format / Vinyl
  • Released / 04/2015
  • Style /
  • Rating /
    7.5/101
Trickfinger

Per il quinto album in cartello la Acid Test decide di far notizia pubblicando il debutto nell’elettronica più esplicita di John Frusciante, emblematico musicista newyorchese legato al cartello dei Red Hot Chili Peppers ma artista a tutto tondo che non ha mai fatto segreto di inclinazioni alla sperimentazione più o meno risolte.

John FruscianteMettendo da parte il clamore viene subito da fare una considerazione che non può iniziare senza metter in chiaro da subito una cosa, Trickfinger non aggiunge nulla alla storia, non guarda al futuro, non suggerisce strade, è nella forma più semplice immaginabile un bell’album del qui ed ora.
E’ un anno strano questo 2015, è come se tutto si fosse fermato (finora) non ci sono correnti, label od artisti che stanno proponendo delle alternative, non c’è stato nulla di veramente colossale, mentre assistiamo inermi riempimento dei cataloghi di tutti i negozi di ristampe del passato, di ogni tipo, stanno ristampando veramente tutto, un segnale chiaro ed inequivocabile, perché quando l’urgenza è andar a pescare nel passato, è evidente che sul presente abbiamo qualche problema.

Trickfinger è un riassunto scritto da una penna che ha in mente molte cose, ascolti immagazzinati negli anni, voglia di mettersi in gioco in maniera aperta in un territorio nuovo, divertirsi con i propri giocattoli chiusi in camera. In tutto e per tutto gli otto brani selezionati per l’album fanno fede al cento per cento alla dottrina della Acid Test ed insieme ai precedenti album, soprattutto quelli di Recondite e di Achterbahn D’Amour descrivono una via legata al suono acid che si mostra genuina senza la pretesa di voler a tutti i costi stupire.

A partire dall’iniziale melodia di After Below che riporta alla mente quel passato in chiave trance di artisti come J Daniel, passando per le “analordiche” derive di Before Above, Rainover ed Exlam o per la chicagoana Phurip siamo invasi da questo flusso sonoro aspro e vorticoso dove il suono della bassline è sapientemente gestito e dosato insieme a trick ritmici chiaramente presi in prestito da ascolti disparati (chi non lo fa?).

L’album è scorrevole e mai banale, in questo senso potrebbe far pensare più ad un disco rilassato di un supereroe del circuito piuttosto che a quello di un musicista che sperimenta nuovi territori, ma l’attenzione ai dettagli, la scrittura così fluida e priva di quella pesantezza che sarebbe potuta derivare da un “sperimentiamo a tutti i costi”.

Poco rischio dunque, è vero, ma in questa sicurezza è un album che fotografa un bel presente e coglie in pieno un’attitudine, quella acid, portata avanti dalla Acid Test come manifesto del loro concepire la musica.