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Album Reviews /

Fernando Corona .Profile

  • Label / Leaf records - Static Discos - Context
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / From 2001...
  • Style /
  • Rating /
    8/101

Fernando Corona è un nome che non risulterà certamente nuovo agli appassionati di musica elettronica sperimentale, questo perchè, l’artista in questione, è semplicemente uno dei più audaci produttori esistenti.
Nasce a Tijuana (dove adesso vive e lavora), in Messico, nel 1970, ma trascorre il primo ventennio della sua vita in un piccolo porto poco più a sud, nella cittadina di Ensenada. La sua formazione musicale è molto importante, se si vuole capire cos’ è che ha poi influenzato tutti i suoi lavori. Dopo aver passato al setaccio tutti i dischi dei “Beatles”, Fernando arriva all’elettronica tramite un’amico del padre, che gli fà ascoltare lo storico “Oxigen” di “Jean Michelle Jarre” e spostando i suoi interessi anche sui Tangerine Dream, Tomita, ed i gruppi sinth pop inglesi dei primi anni ’80.
Però i suoi confini sono ben più vasti, infatti, in età adolescenziale, ha modo di entrare in contatto con la musica classica, ascoltando “Jon Santos” nella reinterpretazione di brani di “Bach” e prendendo lezioni di piano e violoncello. Senza però dimenticare una cosa fondamentale, ovvero il paese in cui vive, il Messico, che ha una vastissima ed intrigante scena musicale popolare.
Dopo aver comprato un primo campionatore della “Casio”, e dopo aver composto colonne sonore per film, videogame e videoinstallazioni, l’estro di Corona si traduce in 3 fondamentali album, “Martes”, “Utopia” e “Secondary Inspection”: i primi due sotto pseudonimo “Murcof” mentre il terzo come “Terrestre”.
“Martes” è, a mio avviso, uno dei più significativi album di musica elettronica del terzo millennio, un riuscitissimo esempio di come il sodalizio tra minimalismo elettronico e classico possa coesistere e dar luce a composizioni vive ed emozionanti.
Un lungo e raffinatissimo tappeto sonoro, che mostra un’immagine apocalittica del mondo e ti fà evadere, rincorrendo visivamente scenari alieni, Marte appunto. Un connubio dosatissimo tra stile elettronico composto da glich e microsuoni e lente suonate di piano. A suo tempo, trovai nelle parole di Aurelio Cianciotta (Editore della rivista Neural) : “Un momento di musica contemporanea veramente notevole. “, la giusta definizione per descrivere questo disco, poi con il passare del tempo, riascoltandolo, posso affermare che quel momento ha messo le radici ed è diventato uno spazio di tempo imprescindibile.
Con il successivo “Utopia”, Murcof propone su supporto cd tutta una serie di remix di suoni brani, tra cui alcuni usciti con il precendente “Martes”, altri usciti su 12″ ed inoltre 2 inediti. Questo disco non è altro che un naturale cammino verso il nuovo album targato Murcof previsto per il 2005, e ci mostra sostanzialmente la potenzialità che i suoni di Murcof possono esprimere anche in territori dance, se si prende come esempio il remix di “Memoria”.
Nel 2004, rimettendo mano al suo vecchio progetto dal nome “Terrestre”, Corona confeziona un album a dir poco stupendo che soprattutto si differenzia notevolmente dallo stile intrapreso con il progetto “Murcof”.
Con “Secondary Inspection” tutto il lavoro è incentrato sullo studio delle parti ritmiche. Per la prima volta, infatti, Corona suona un’intero album 4/4 fondamentalmente techno. La cosa può sembrare banale espressa così, ma la meraviglia nell’ascoltare le tracce è il fantastico accostamento tra suoni minimal techno e sezioni ritmiche campionate da strumenti della tradizione popolare Messicana come: timpani, cimbali, campanelli, campanacci e congas, trascinati da un background sonoro classico ed alienante, tipico delle produzioni a nome “Murcof”. Tra i più bei lavori ascoltati nel 2004 sicuramente.
Spero di aver suscitato in voi qualche forma di interesse verso questo straordinario artista, io aspetto con ansia il suo nuovo album, e soprattutto mi aspetto di sentirlo suonare in qualcuno degli ormai numerosi festival di musica elettronica del belpaese.

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