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Greatest Pills /

The Higher Intelligence Agency Colourform

  • Label / Beyond
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 1993
  • Style / , ,
  • Rating /
    10/101
HIAcolourform
Nei primi anni Novanta la Gran Bretagna è stretta nelle morse rivoluzionarie dell’acid house e della techno sbarcate dall’America. Il già multietnico tessuto suburbano viene innaffiato dalle onde sonore della nuova dance d’oltreoceano dando immediatamente vita alla creazione di quel fantastico ed indefinibile sottosuolo UK fatto di stili, generi e sottogeneri, che sembra essere affetto da una continua ed inarrestabile mutazione genetica.

Bobby Bird rappresenta uno degli esponenti di spicco nell’evoluzione delle sonorità ambient elettroniche post era new age. Non è un caso che il nostro protagonista è di Birmingham, città chiave insieme a Londra, Sheffield, Bristol e Manchester del complesso universo sonoro inglese. E non è un caso che nella sua agenda alla voce “amici e collaboratori” figurino personaggi come Biosphere, Pete Namlook (con cui produrrà nel 1997 lo splendido “S.H.A.D.O.”), Steven Chandra Savale chitarrista degli Asian Dub Fundation, e David Moufang e Jonas Grossmann precursori del genere goa-trance.

Con il moniker The Higher Intelligence Agency (H.I.A.) a partire dal 1992 Mr. Bird ci ha regalato diversi lavori che rappresentano tasselli fondamentali nel percorso evolutivo della scena ambient e downtempo. E così, lampi di flashback e offuscati ricordi di articoli letti sulla press internazionale di qualche annetto fa, mi provocano la fulminea dilatazione di entrambe le pupille su questo vecchio album del 1993 dal titolo “Colourform”, incastrato tra un disco dei Clash ed uno di Cat Steven in un’insospettabile fila di compact disc dentro un ancor più insospettabile piccolo negozio di musica rock romano…ossia le piccole gioie della vita.

Nove tracce per viaggiare nelle galassie del Big Bang ambient con una profonda difficoltà ad esaltarne una piuttosto che un’altra. Posso provare a descrivervi le fluttuanti e voluminose onde ancestrali di “Delta”, dove una soave voce femminile accompagna una danza mentale fatta di dolci frequenze bassline impiantate su progressive ritmiche trippy. Oppure l’onirica “Influx”, la stanza di dei mille sospiri, dove il battito del cuore è invaso dalle più classiche emozioni chilling fatte di tappeti, synth ed evoluzioni acid in tipico stile slow-motion. Ma è con la monumentale “Re-echo” che Bird aprì uno stargate nel imminente futuro. Quasi in chiave psy-trance, sicuramente influenzato dalle prime avvisaglie del movimento goa anglo-indiano, la traccia è basata su un folgorante giro di bassline su cui si innestano suoni ambient-psichedelici portati in 4/4 da una cassa quasi accennata  generando un effetto “trip and dance” di grande impatto.

Stessa struttura per “Spectral” dove la programmazione della 303 sembra il negativo della precedente traccia.
“Conoid Tone” insieme a “M+T=E” e “Speadlearn” formano l’asset ambient più puro dell’intero lavoro, regalandoci fortissime emozioni che fanno ritornare dal futuro ad un passato dove il raver riposava in ovattate sale di decompressione ricavate in fatiscenti scantinati post-industriali mentre sognava il principio di una nuova era.

La voce profetica che urla “Messeggers of Higher Intelligence…”, contenuta nella psicotica “Ketamine Entity”, è l’ultima tappa del viaggio e ci catapulta prigionieri a bordo di una nave spaziale dove un intreccio di beat e frequenze extraterresti sembra preannunciare l’imminente sbarco alieno dell’ H.I.A.

Non vorrò più tornare sulla Terra.
Un capolavoro.