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Bruno Nicolai Eyeball

Bruno Nicolai - Eyeball 300x300
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La bellezza di Barcellona e l’orrore consumato alla luce del Sole. “Gatti Rossi In Un Labirinto Di Vetro” (1974), conosciuto all’estero come “Eyeball”, di Umberto Lenzi è uno dei primi esempi italiani di ‘eye violence’, cioè macabra violenza a base di occhi strappati, con immancabile immagine finale dell’assassino dalla stessa orbita vuota, ormai trasfigurato in una sorta di belva assetata di sangue, che ha appena estirpato l’occhio sinistro dall’ultimo bersaglio della sua furia.

Un buon prodotto, a basso budget e di sicura presa sugli appassionati del giallo-thriller tricolore, allietati dalla colonna sonora firmata da Bruno Nicolai, uno dei personaggi chiave della musica del ventesimo secolo, direttore d’orchestra per Ennio Morricone e autore di numerose partiture di pregevole fattura, tra cui quelle per il cinema dei ‘mondi neri’. La ristampa in vinile di “Eyeball” (2015), a cura dell’iperattiva Dagored, è un’ottima occasione per riscoprirne una delle meno note.

Eyeball 1“Gatti Rossi In Un Labirinto Di Vetro”, titolo zoonomico, può essere così analizzato: i gatti rossi sono i turisti in visita nella città spagnola dopo aver indossato impermeabili rossi (“Quello che ho visto è come un gatto rosso che mi passava davanti…”); il labirinto è la trappola senza via d’uscita in cui si trovano i protagonisti (“Dobbiamo uscire da questo labirinto a qualsiasi costo…”); mentre il vetro è un macabro dettaglio che si scopre solo nel finale, con l’assassino in primo piano.

Umberto Lenzi, precursore del genere cannibalico con “Il Paese Del Sesso Selvaggio” (1972), si cimenta nel suo ultimo giallo-thriller, prima della dura, ma talvolta ironica, svolta poliziesca durante l’età delle ‘città violente’ – basti pensare alla trilogia romana con protagonista Maurizo Merli e antagonista Tomas Milian – e recupera un’ambientazione diurna, già propria di “Non Si Sevizia Un Paperino” (1972), un futuro classico di Lucio Fulci, ispirato a una vicenda realmente accaduta.

“Gatti Rossi In Un Labirinto Di Vetro” è la cronaca di una vacanza compiuta in Spagna da parte di un singolare gruppo di statunitensi, di cui fanno parte un ricco texano con la figlia, una coppia in crisi, un anziano sacerdote, una coppia di lesbiche, un pubblicitario, Mark Barton, in procinto di divorziare dalla moglie, Alma, e la segretaria e amante di lui, Paulette. L’uomo è preso di mira da un misterioso maniaco che uccide e strappa l’occhio sinistro alle sue malcapitate vittime.

Il killer colpisce sempre ragazze che hanno a che fare con il gruppo e il protagonista sospetta che sia la moglie, da tempo preda di disturbi nervosi, poiché in passato a Barlington, la città dove risiedono, era accaduto qualcosa di simile. L’uomo aveva trovato la moglie svenuta sulla scena del crimine, con un pugnale in mano accanto a un occhio strappato. Eppure nei suoi ricordi c’è un particolare che, inizialmente, tralascia. Nel frattempo, la catena di delitti non si esaurisce affatto.

Mark Barton finisce, addirittura, sul banco degli imputati, ma riesce a ricordare che Alma è mancina e il coltello era nella sua mano destra. Scagionata la donna, deduce che qualcuno ha ordito una trama per incolparla. La colpevole è la sua segretaria, folle a seguito di un trauma infantile, quando una compagna di classe le aveva strappato incidentalmente l’occhio sinistro. Dopo ogni omicidio, Paulette sostituiva quello della vittima nella orbita vuota, di solito riempita da uno di vetro.

Eyeball 2La pellicola trae ispirazione da “A Venezia… Un Dicembre Rosso Shocking” (1973) di Nicolas Roeg, prendendo in prestito l’impermeabile rosso che indossa il killer e un certo flashback traumatico, ma cita soprattutto due episodi della fortunata “trilogia degli animali” di Dario Argento, il ‘maestro dell’horror’. Nel fotogramma in cui si rivela l’identità dell’assassino, una donna mancina che impugna un coltello, il collegamento a “L’Uccello Dalle Piume Di Cristallo” (1970) è diretto.

Al di là del recupero del ‘particolare’ sbagliato, ma rivelatore, suggestivo e inquietante anche il rimando a “Il Gatto A Nove Code” (1971). È la scena in cui la fotografa del gruppo di turisti, che ha involontariamente ritratto in foto il killer, è uccisa mentre si trova in camera oscura. Nel complesso, è notevole la meccanica dei delitti, preludio a “Tenebre” (1982) dello stesso Dario Argento. Lo schermo è macchiato dal sangue di corpi pugnalati nel cuore dell’alhambra o in una fattoria.

Anche il finale, con il protagonista che riparte in aereo, dopo essersi riconciliato con la consorte, è d’ispirazione argentiana, simile a quello de “L’Uccello Dalle Piume Di Cristallo”, già rivisto in “La Morte Cammina Con I Tacchi Alti” (1971) di Luciano Ercoli. Umberto Lenzi cita, a grandi linee, anche “I Corpi Presentano Tracce Di Violenza Carnale” (1973) di Sergio Martino, allorché una delle vittime esce dal suo temporaneo rifugio e cade proprio tra le braccia dell’assassina Paulette.

La sceneggiatura, forse non originalissima, mantiene viva l’attenzione in un crescendo di tensione e strizza l’ ‘occhio’ allo spettatore con qualche dettaglio erotico, come alcune scene di nudo e amplessi lesbo. Al successo postumo della pellicola concorrono anche la location iberica, l’eterogeneo cast internazionale, tra cui Veronica Miriel, futura Marisol in “Un Sacco Bello” (1980) di Carlo Verdone, e la splendida soundtrack di Bruno Nicolai dal taglio easy listening con inserti jazz.

Eyeball 3La partitura è fondata sul tema principale, Gatti Rossi (Titoli), brano orchestrale dalle venature pop sovrapposto ai titoli di testa. Le differenti esecuzioni – Gatti Rossi (#2), combinazione di basso e tromba, Gatti Rossi (#3), clavicembalo e organo, Gatti Rossi (#4), con gli archi in primo piano, Gatti Rossi (#5), dalla tromba più alta, Gatti Rossi (#6) dalla ritmica più sostenuta – sono riprese di frequente per seguire lo svolgimento dell’azione, connotandone il caldo clima in cui è ambientata.

Il giro sul bus con la guida turistica. L’arrivo in hotel. La sortita al luna park sotto la pioggia in cerca del killer dopo uno dei suoi delitti. Il trasferimento nella cittadina di Siges. La consegna dei passaporti ritirati dalla polizia locale. Ognuna di tali sequenze è commentata da Gatti Rossi (Titoli) e annesse variazioni, senza dimenticare i titoli di coda, segnati da L’Incubo È Finito (Finale). Tracce inedite fino alla pubblicazione in cd della soundtrack (2007) per conto della Digitmovies.

Una precedente release (1999) a cura della RCA Original Cast, l’unica in venticinque anni, aveva già assembrato una breve selezione di tracce tratte sia da “Gatti Rossi In Un Labirinto Di Vetro” (Eyeball) che da “I Corpi Presentano Tracce Di Violenza Carnale” (Torso), opera dei fratelli Guido & Maurizio De Angelis. La prima edizione in vinile ne offre, invece, trenta, tra cui Barlington, delicato e raffinato pezzo lounge, sostenuto dal fliocorno suonato da Oscar Valdambrini.

Lo stesso è ripreso con variazioni per sottolineare i momenti romantici – Labirinto (Film Version), Barlington (#3), Barlington (#4), Barlington (#5), Barlington (#6) – e quelli più ambigui della difficoltosa storia d’amore vissuta da Mark Barton con la sua Alma, cioè Una Figura Incappucciata, Una Figura Incappucciata (#2) e Una Figura Incappucciata (#3). Il lato orripilante è poi affidato a Prodromi, ossessivo jazz di basso, batteria e organo, marcato dall’incessante ritmo del clavicembalo.

Il brano è altrettanto ripreso in Catena Di Delitti e Catena Di Delitti (#2), utilizzato come leitmotiv per i preludi agli efferati crimini e a un’altra serie di momenti ritmici ossessivi o sospesi riprodotti da vibrafono e basso, con interessanti interventi dissonanti di chitarra, clavicembalo, percussioni e pianoforte, vale a dire Occhi, Occhi (#2), Occhi (#3), Nell’Assolata Alhambra, Orbita Vuota, Orbita Vuota (#2), tutti utili a descrivere l’inusitata ferocia espressa dalla segretaria Paulette.

Infine, Barcellona e Barcellona (#2), pezzi folk scanditi dagli accordi di chitarre classiche, accompagnano l’esibizione di una ballerina di flamenco di fronte gli uomini della comitiva, proprio mentre l’assassino è pronto a colpire. La ricca partitura di Bruno Nicolai, scomparso nel 1991 e da troppi ignorato, si completa di ulteriori versioni alternative: Catena Di Delitti (Alternate Take – Long Version) e Gatti Rossi (Titoli) (Alternate Take – Long Version). Un lavoro di prima qualità.

The beauty of Barcelona and an horror consumed at the light of the sun. “Gatti Rossi In Un Labirinto Di Vetro” (1974), known abroad as “Eyeball”, by Umberto Lenzi is one of the first examples of Italian ‘eye violence’, that is, macabre violence based on torning eyes, with inevitable final killer image from the same empty socket, now transformed into a kind of bloodthirsty beast, who has just uprooted the left eye from the last target of his fury.

A good product, with low budget but of great impact on tricolor giallo-thriller fans, cheered by Bruno Nicolai‘s soundtrack, one of the key figures of twentieth century music, just conductor for Ennio Morricone and author of several fine workmanship scores, including those for the cinema of the ‘blacks worlds’. The vinyl reissue of “Eyeball” (2015), edited by Dagored, is an excellent opportunity to rediscover one of the least known.

Eyeball 1“Gatti Rossi In Un Labirinto Di Vetro”, another title with animal elements, can be explain in this way: red cats are the tourists who visit the Spanish city after wearing red waterproof (“What I saw was like a red cat that passed in front of me…”); the labyrinth is a trap with no way out where they are the protagonists (“We must get out of this maze at any price…”); while the glass is a macabre detail that is discovered only in the final, with the murderess in the foreground.

Umberto Lenzi, forerunner of the cannibal genre with “Man From The Deep River” (1972), became deeply involved in his latest giallo-thriller, before the hard, but sometimes ironic, poliziottesco turning point during the age of the ‘violent cities’ – just think about the Roman trilogy starring Maurizio Merli and antagonistic Tomas Milian – and recovers a daytime setting, already owned by “Don’t Torture A Duckling” (1972), a future classic of Lucio Fulci, inspired by a true story.

“Gatti Rossi In Un Labirinto Di Vetro” is the chronicle of a complete holiday in Spain by a group of US tourists, which includes a rich Texan with his daughter, a couple in crisis, an elderly priest, a pair of lesbians, a publicist, Mark Barton, ready to divorce from his wife, Alma, and the secretary and mistress of him, Paulette. The man is being targeted by a mysterious maniac who kills and rips the left eye to his unfortunate victims.

The killer always affects girls who have things in common with the group and the protagonist suspects that his wife, longtime prey to nervous disorders, because in the past something like this had happened at Barlington, the city where they reside. The man had found his wife unconscious on the crime scene, with a dagger in his hand next to a torn eye. In any case, in his memory there is a detail that initially omitted. Meanwhile, the murders chain does not end.

Mark Barton ends up in the dock, but can remember that Alma is left-handed and the knife was in her right hand. Exonerated the woman, he suggests that someone has hatched a plot to blame. The culprit is his secretary, mad as a result of a childhood trauma when a classmate had accidentally torn his left eye. After each murder, Paulette replaced that of the victim in the empty socket, usually filled by a glass one.

Eyeball 2The film is inspired by “Don’t Look Now” (1973) by Nicolas Roeg, borrowing the red raincoat worn by the killer and a certain number of traumatic flashbacks, but cites two main episodes of the ‘animal trilogy’ by ‘master of horror’ Dario Argento. The frame where you reveal the killer identity, a left-handed woman wielding a knife, is a direct link to “The Bird With The Crystal Plumage” (1970).

Beyond the ‘particular’ wrong recovery, but revealing, suggestive and disturbing is also the reference to “The Cat O’ Nine Tails” (1971). It is the scene where the photographer of the group, who unwittingly portrayed in pictures the murderer, is killed in a darkroom. Overall, it is remarkable the mechanics of the crimes, the prelude to “Tenebrae” (1982) of the same Dario Argento. The screen is stained by the blood of bodies stabbed in the heart of the Alhambra or in a farm.

Even the final, with the protagonist who left Spain by plane, after having reconciled with his wife, is similar to that of “The Bird With The Crystal Plumage”, already viewed in “La Morte Cammina Con I Tacchi Alti” (1971) by Luciano Ercoli. Umberto Lenzi cites, in broad terms, also “Torso” (1973) by Sergio Martino, where one of the victims goes out of his temporary shelter and falls right into the arms of killer Paulette.

The screenplay, maybe not very original, keeps alive the attention in a crescendo of tension and casts an ‘eye’ to the viewer with some erotic detail, as some nudity and lesbian lovemaking. The posthumous success of the film is also dued by the Iberian location, the international cast, including Veronica Miriel, future Marisol in “Fun Is Beautiful” (1980) by Carlo Verdone, and the beautiful soundtrack by Bruno Nicolai with easy listening sounds and jazz inserts.

Eyeball 3The score is based on the main theme, Gatti Rossi (Titoli), orchestral piece with pop shades over the opening credits. The different executions – Gatti Rossi (# 2), a combination of bass and trumpet, Gatti Rossi (# 3), of harpsichord and organ, Gatti Rossi (# 4), with bows on top, Gatti Rossi (# 5), of the highest trumpet, Gatti Rossi (# 6) with a more sustained rhythm – are taken frequently to follow the course of action, underscoring the warm climate in which it is set.

The ride on the bus with a tour guide. The arrival at the hotel. The visit at the amusement park in the rain looking for the killer after one of his crimes. The transfer in the Siges town. The delivery of passports withdrawn by the local police. Each of these sequences is commented by Gatti Rossi (Tittoli) and associated variations, not to mention the final credits, marked by L’Incubo È Finito (Finale). All unreleased tracks until the publication on Digitmovies cds of the soundtrack (2007).

A previous release (1999) edited by RCA Original Cast, the only one in twenty-five, had assembly a short selection of tracks drawn from “Gatti Rossi In Un Labirinto Di Vetro” (Eyeball) and “I Corpi Presentano Tracce Di Violenza Carnale (Torso)”, by the brothers Guido & Maurizio De Angelis. The first vinyl edition offers, instead, thirty ones, including Barlington, a delicate and refined lounge piece, supported by the flugelhorn played by Oscar Valdambrini.

The same is taken up with variations to emphasize the romantic moments – Labirinto (Film Version), Barlington (# 3), Barlington (# 4), Barlington (# 5), Barlington (# 6) – and the most ambiguous of the difficult love story experienced by Mark Barton with Alma, as Una Figura Incappucciata, Una Figura Incappucciata (# 2) and Una Figura Incappucciata (# 3). The horrific side is then entrusted to Prodromi, obsessive jazz with bass, drums and organ, marked by the restless rhythm of the harpsichord.

The song is equally resumed in Catena Di Delitti and Catena Di Delitti (# 2), used as a leitmotif for the preludes to heinous crimes and another series of obsessive or suspended rhythmic moments reproduced by vibraphone and bass, with interesting inserts of dissonant guitar, harpsichord, percussion and piano, named Occhi, Occhi (# 2), Occhi (# 3), Nell’Assolata Alhambra, Orbita Vuota, Orbita Vuota (# 2), all useful to describe the unusual ferocity expressed by the secretary Paulette.

Finally, Barcelona and Barcelona (# 2), folk pieces punctuated by chords of classical guitars, accompanied by a flamenco dancer performance in front of the men of the party, while the murderess is ready to strike again. The rich score by Bruno Nicolai, who died in 1991 and has been ignored by too many critics, is full of further alternative versions: Catena Di Delitti (Alternate Take – Long Version) and Gatti Rossi (Titoli) (Alternate Take – Long Version). A work of first quality.