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Album Reviews /

Shed The Traveller

  • Label / Ostgut Ton
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Sept 2010
  • Style / ,
  • Rating /
    8/101
Shed - The Traveller

Il primo album di Renè Pawlowitz, in arte Shed è qualcosa che non mi ha mai entusiasmato abbastanza,  considero tutt’ora Shedding The Past un lavoro incompiuto, un cerchio senza chiusura che, se da un lato ha dato sfoggio di qualità tecniche incredibili e voglia di sperimentare, dall’altra mancava a mio avviso di una coesione viva tra l’intento ed il risultato effettivo. In poche parole il disco suonava bene, ma troppo freddo e distaccato rispetto al mio modo di intendere la musica.

Ora Shed, dopo aver girato il mondo ed esser stato uno dei nomi più richiesti del 2010 torna con questo nuovo The Traveller cambiando totalmente registro rispetto all’esordio, cosa che rafforza ancor di più la convinzione che in una qualche maniera l’artista stia ancora in una fase che definirei esplorativa.
The Traveller è un disco che ci fa assaporare techno e dubstep in un viaggio parallelo, differentemente da un artista come Scuba, Shed non punta in maniera decisa sulla commistione di stili, preferendo invece mantenere delle rotte separate e ben distinte, scegliendo, per ciò che riguarda la techno un approccio old school che ci riporta indietro nel tempo fino ai primi anni ’90 quando la Djax Up Beat dettava legge in Europa, con un brano potentissimo come “My R-Class”.

Confesso che appena partito il cd, sulla melodia di “STP2” ho pensato: “se adesso parte una cassa dritta potrei anche piangere”. Ma il tutto ha avuto il sapore del vorrei ma non posso non appena è sceso il silenzio, seguito poi da “Keep Time”, altra bomba techno intrisa di ritmiche spezzate.

Tranne “The Bot”, bellissimo brano dubstep in piena claustrofobia “Burialniana” che si sviluppa in oltre sei minuti, il resto dei pezzi ha vita breve, un fattore che se da un lato è utile per raccogliere in un lasso di tempo limitato le idee espresse, dall’altro mette ancor più in evidenza i marcati cambi di ritmo e genere ai quali Shed ci sottopone.
Come al solito sono ottime le programmazioni ritmiche ed il range di suoni selezionato per il lavoro, anche in funzione del fatto che ragionare a doppio senso come in questo caso, presuppone una preparazione data da anni ed anni di ascolti e passione.

Personalmente tendo a considerare The Traveller un ottimo disco, ma con la convinzione, vista anche la potenzialità espressa dall’uomo in alcuni dei suoi progetti paralleli, che l’album perfetto debba ancora arrivare.

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