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Greatest Pills /

The Martian Cosmic Movement / Star Dancer

  • Label / Red Planet
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 1993
  • Style / , ,
  • Rating /
    10/101
martian
Ho sempre trovato qualcosa di terribilmente inquietante ed al contempo estremamente eccitante nella techno di Detroit. Come se il costrutto ideologico ed emozionale delle tracce provenienti oltre oceano sia stato volutamente progettato dagli autori con il preciso intento di spaventare e contemporaneamente estasiare l’ascolto.
 
Il progetto “The Martian”  è proprio uno degli affascinati misteri dell’era tecnoide della Motor City. Una serie di EP (14 più una compilation su cd con quotazioni oltre i 35 euro) che hanno lasciato il solco nel cuore di chi ha vissuto un determinato momento storico, musicalmente irripetibile.

Nel 2003 sulle pagine di Superfly, un agguerrito Andrea Benedetti intervistava “MadMike Banks cercando di strappare un risposta concreta alla domanda di chi si fosse celato dietro “il marziano”, l’abitante del “pianeta rosso”. Il risultato fu l’immancabile negazione insieme alle militanti e filosofeggianti asserzioni di Banks in tema di “resistenza al sistema dei network commerciali” e di “musica techno come linguaggio comunicativo verso forme aliene”.  

Pensieri e parole che vanno ben oltre il concetto di sperimentazione sonora.

In realtà, siamo certi che dietro la saga della Red Planet ci sia l’ennesimo sodalizio di guerrieri afrofuturisti. Un progetto contenitore quindi dove, oltre all’imperscrutabile Banks,  si sono sporcate le mani numerose teste calde di Detroit. Da Juan Atkins ad Eddie “Flashin” Fowlkes, da James Pennington aka Suburban Knight agli Octave One, oltre alle apparizioni di Gerard Mitchell (EP 09 ed EP 013) e dei visionari Drexciya (Stinson/Donald) citati sul doppio EP “The Long Winter Of Mars” come programmatori per la traccia “Wardance”.

Ciò che è ancora più certo, come un marchio impresso a fuoco su carne viva, è l’impetuosità techno funk di cui sono intrise le produzioni della Red Planet.

Nel 1993, a distanza di un anno dalla prima uscita, escono le due tracce in questione, a opera del “marziano” Mike Banks, con lo zampino di chissà chi tra i nomi prima citati.

“Cosmic Movement” è un’eccitante avventura intergalattica a velocità supersonica verso il campo di battaglia stellare. In una vaporosa nube cosmica, una voce sibilante ridisegna come un ologramma migliaia di teste dondolanti in un gigantesco padiglione dove i laser squarciano l’oscurità nella frenetica attesa della cassa in quattro. All’improvviso un rabbioso giro di 303 fa schizzare le membra in un turbinio di sensazioni che, tra stop e ripartenze, elevano l’animo verso il più inarrivabile concetto di techno music, in un’atmosfera di pura esaltazione rave.  

Ci siamo, abbiamo toccato la terra rossa.

Cambiamo lato ed ecco un’altra perla di indescrivibile bellezza. “Star Dancer”, è uno scrigno di titanio dove sono custoditi tutti gli elementi che compongono e forgiano la techno materia. Un synth orbitante da cui non vorresti mai scendere, un giro portante di basso, incursioni analogiche ed una fitta e tagliente programmazione ritmica che tra charlie, clap e raddoppi percussivi generano una dimensione dance da cui è impossibile dissociarsi.

Ci arrestiamo un attimo. E’ giunta l’ora di far ritorno sull’agognante Terra.

Nel frattempo, meglio affidarsi alla note riportate su questo prezioso vinile, in attesa che ancora una volta si compia la profezia…

“ The red planet will appear only when your mind is open “