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Greatest Pills /

Psychick Warriors Ov Gaia Ov Biospheres And Sacred Grooves

  • Label / KK Records
  • Catalog / KK065
  • Format / Vinyl, CD
  • Released / 1992
  • Style / , ,
  • Rating /
    10/101
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Quella dei Psychick Warriors Ov Gaia è una storia nata e rimasta avvolta nel mistero. Ciò che è dato sapersi, infatti, di questo oscuro gruppo olandese formatosi sul finire degli anni ’80 è soltanto relativo ai nomi dei componenti stessi, ovvero: Reinier Brekelmans, Joris Hilckmann e Reinoud Van Den Broek e Tim Freeman.

Quel che invece resta inciso nel grande libro della musica è il loro rivoluzionario modus operandi al confine tra i generi. I PWOG possono essere annoverati tra i precursori assoluti del suono techno contaminato, della riscrittura delle dinamiche trance sotto forma di vellutati tappeti ambient, e della rivalutazione in ambito dance elettronico del nativo suono tribale.
Non è un caso che i dischi prodotti nei primi anni ’90 da questi misteriosi musicisti siano stati sempre gelosamente proposti dai più grandi disk jockey del pianeta, a partire da Laurent Garnier fino ad arrivare a Richie Hawtin, giusto per farvi capire l’assoluta trasparenza e la versatilità del loro suono.

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I brani, sempre lunghissimi ed articolati, sono dei veri e propri sentieri che attraversano territori multiformi, un vero e proprio caleidoscopio di sonorità assemblate con raffinato gusto e certosino studio della ritmica.

Ov Biospheres And Sacred Grooves: A Document Ov New Edge Folk Classics è il secondo album ufficiale del gruppo pubblicato dalla storica KK Records, arrivato dopo una manciata di singoli pubblicati suscitando l’interesse dei musicisti più disparati e dopo un primo introvabile, omonimo album pubblicato soltanto in cassetta nel 1989 per la Katharos Foundation, ed è composto, nella versione stampata su vinile, da 6 brani, mentre nella versione CD questi sono raggruppati ed unificati in suite più lunghe.

Già dalla prima, imprescindibile The Challenge si può venir a capo di tutta la magia evocativa del loro suono. Un beat techno profondo ed atmosferico, un accenno soffocato di 303, sottili incursioni di synth e, del tutto inaspettato, un capovolgimento improvviso ma assolutamente in linea in un anfratto roccioso dove il suono tribale viene processato, inacidito e fatto emergere in superficie fino al termine della prima facciata del disco.

Stiamo parlando di 24 minuti di musica che hanno marchiato col sangue il suono techno che fino a quel momento non è mai stato così vicino all’esser definito umano e primordiale.

Nella seconda lato troviamo Obsidian, tutto assume una dimensione dance apocalittica, tenuta in gioco tanto da un espressione dannatamente trance, quanto da un connubio di techno ed ambient che in quel periodo ha avuto eccellenti interpreti su larga scala in Europa.

Quello scintillante banco di lavoro abitato da field recordings, da voci effettuate, da bouquet di synth spediti in paradiso, dalle percussioni sporcate dai compressori, e dai campionamenti di suoni etnici ha alimentato questo eccelso capitolo della musica elettronica.
Musicisti con un’idea totalmente vergine, artisti ubriachi di fantasia, sperimentatori delle dinamiche che non hanno si sono preclusi nulla, gestendo a puro piacimento tanto i momenti da dedicare all’ascolto quanto quelli più dance, che è bene dirlo,

Nel repress del ’93 è inclusa anche Exit 23, brano contenuto nel loro album di debutto, un assoluto capolavoro Techno Soul, trattamento melodico strappa-lacrime, cassa oscura e martellante ed energia ovunque, nulla da aggiungere.

Un’attento studio del magico suono creato dai PWOG nel corso degli anni è qualcosa che vi permetterà di capire in quale maniera le influenze industrial, trance e new age hanno contribuito in maniera determinante allo sviluppo del suono techno originario creandone una nuova versione sicuramente più visionaria e priva di ogni limite.