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Greatest Pills /

Lory D Antisystem

  • Label / RCA, SNS
  • Catalog / 74321 13934 1, SNS 005/006
  • Format / Vinyl, CD, Cassette
  • Released / 1993
  • Style / ,
  • Rating /
    10/101
Lory D - Antisystem

Mi ero proibito di andar a toccare i monumenti. Inutile scrivere qualcosa, che so io, di Selected Ambient Works 85-92, di Incunabula o Interstellar Fugitives ad esempio. Dischi che hanno già visto spese troppe parole. Antisystem nella prima cernita era in questa lista, poi passando un po’ al setaccio quel che gira su web è saltato fuori un fatto quasi sconcertante, la totale mancanza di analisi su un disco fondamentale per l’evoluzione del suono elettronico europeo.

Ricordo ancora il flyer della serata di presentazione di Antisystem, il corpo di Lory che teneva in mano la sua testa con i lunghi capelli che ricadevano ai lati. Roma ha sempre amato Lory D, ma l’amore del romano era forse più un mitizzare che un analizzare la situazione. “La Montagna Sacra” era in qualche maniera venerata durante i suoi set, e poco importava se da quella furibonda mente partì nei primi anni novanta una delle più rivoluzionarie correnti elettroniche mai udite nel vecchio continente. Complici di quello startup (ma questa è storia) due visionari come Andrea Benedetti ed Eugenio Vatta.

Lory DAntisystem a ben vedere ha un doppio significato, ma andiamo con ordine.
Nelle segrete di quello che è stato il fulcro vitale della musica a Roma, ovvero il negozio Remix Vinyl Store avevano luogo mistiche riunioni nelle quali si teorizzava dapprima e si metteva in opera poi. Momenti ben descritti nel libro simbolo per eccellenza, “Mondo Techno” di Andrea Benedetti. Proprio da lì parte la Sounds Never Seen, label che lascerà impresso un marchio indelebile nella mente dei seguaci techno di prima generazione. Un’etichetta discografica dirompente, amata sin da subito dai fratelli di Detroit e da quello che sarebbe poi diventato l’unico e solo: Aphex Twin.

Nelle prime quattro release targate SNS è raccolta tutta la furia incontrollata del suono techno sperimentale, una musica mai avvertita prima d’allora in territorio nazionale ed europeo. Suoni senza controllo, o per meglio dire iper controllati ma lasciati liberi di osare. SNS ha distrutto le barriere più ostiche, quelle mentali, proponendo un suono che non si poneva limiti. Diretta conseguenza, immagino, di quelle lunghe ore di teorizzazioni avanzate dalle menti più visionarie che l’Italia poteva offrire.

Poi arrivò Antisystem, in un momento (siamo nel 1993) nel quale Lory D già godeva di tutto il consenso della Roma Rave e Club. Un disco che a dirla tutta poteva essere un trampolino facilitato verso il successo e che pochissimi altri avrebbero gestito nella maniera in cui l’ha gestito Lory D.

Cosa successe?

L’atteso album d’esordio di Lory D fu da subito speronato dalla RCA che propose la pubblicazione con distribuzione da parte di BMG. Una major si era quindi accostata ad una musica nuova e distante mille miglia dall’essere commerciale/lizzabile. Forse credendo che lo stesso Lory presentasse (viste le circostanze) un prodotto più canonico e quindi vendibile. Ed è proprio nel suo gesto, nel voler percorrere anche questa strada in piena libertà che Roma si ricollega inevitabilmente alla mai così vicina Detroit. Presentando un disco come Antisystem Lory marchiò con il sangue la sua fede: Underground Resistance. Ed a proposito di questo dice:

* “Io sapevo fin dall’inizio che non sarebbero stati in grado di lavorare su un prodotto come Antisystem, i dirigenti della BMG non avevano idea di quello che stava succedendo nella musica elettronica e per loro io ero una specie di terrorista”

Successe anche dell’altro durante il mastering dei brani del disco:

* “Mentre masterizzavamo il vinile negli studi della BMG con Guido Di Toma io distrussi la super puntina che incide le lacche, all’epoca non ero molto informato su certi dettagli tecnici e in Coldbringer avevo missato un tom (un tamburo della batteria elettronica, n.d.r.) stereo con delle basse micidiali. La puntina non resse la vibrazione ed esplose, una puntina che costava svariati milioni.”

* Intervista rilasciata a David Nerattini e pubblicata sulla rivista Superfly.

Insomma, la resistenza fu forte, ed alla fine, anche se pubblicato in poche ed ormai rarissime copie, Antisystem vide la luce, oscurato persino dalla stessa label che tanto lo volle.

Oltre la resistenza ci fu la musica.
Il formato album, qualcosa di nuovo anche per Lory, ed un’ottima occasione per lanciare un messaggio ben preciso, la voglia di andare oltre il dancefloor, di esplorare le possibilità del suono attraverso esperimenti per molti indigesti ma che hanno significato moltissimo per lo sviluppo della musica elettronica.

A partire dal primo brano 5 Minuti per decidere fu chiara quest’inversione. Un campione vocale preso da qualche oscuro canto lirico, strumenti, field recordings, un’oasi di suoni pacifici, un crescendo quasi aureo, poi dal basso un tonfo, ancora ed ancora, un ritmo che andava man mano in distorsione poi una fitta mitragliata di 909, di nuovo il piano ed accenni di sonorità aliene. Il tavolo era già ribaltato.

Non Fermarti partì dal suono di un treno perso tra le nebbie per liberare una furia breakcore di inaudita potenza ed “addrizzarsi” in un finale che è il momento di massimo equilibrio tra la sregolatezza di The Mover e la controllata follia di Aphex Twin. Non c’è da stupirsi se dietro questa composizione compaiono appunto anche i nomi di Vatta e Benedetti.

Danger Zone ancora a battere su quel tasto violento, lasciando intendere quanto i suoni studiati dall’uomo fossero multiformi e versatili. Qui l’energia oltre ad essere distruttiva suonava calda, supportando ancora quella dolce contrapposizione tra le feroci ritmiche e quel casalingo senso di calore generato dalle macchine.
Deviation oltre ogni limite rappresentò la potenza della techno amplificata al massimo, con quel retrogusto (concedetemi il termine) coatto che ha comunque sempre fatto parte dell’estetica del dancer romano.
Un brano supremo nel suo modo di porsi, ma forse il termine più esatto è spavaldo.

Poi seguì Egocentrip che non è altro che il groove fatto techno. Una precisa corrispondenza tra il funk della techno detroitiana e le visioni distorte della mente di Lory, definitivamente assassina nel seguente Sound War, brano il cui titolo ne descrive con parsimonia il contenuto.

Coldbringer, altro brano in terno con Vatta/Benedetti è quanto di più vicino (non somigliante) sia stato creato in Italia alla musica del citato Aphex, la bestia della musica allevata allo stato brado e lasciata a vita propria. Un grido di libertà, l’esatta presa di coscienza secondo cui la musica non ha limiti.

L’interludio di Verso la Fine, 50 secondi di pura atmosfera che danno poi il via all’ennesimo attacco sonico che a questo punto aveva distrutto ogni aspettativa ed annullato ogni investimento da parte di BMG. “Lochnar” è il male.

S.N.S. (Stato Neurologico Sostituito / Substitution Of Neurologic State) chiuse definitivamente la partita e le comunicazioni con il mondo terreno.

Lory si riallontanò dalla luce per tornare a sostare in quel limbo sotterraneo che lo covò sin dall’inizio. Nel mondo irrorato di luce rimase soltanto il ricordo di quell’abbaglio, un nucleo così importante da costituire ora leggenda.

“Un ricordo del presente in tempo reale.”